lunedì 16 giugno 2008

Sera di giugno


Cade oggi il 29esimo anniversario della morte di Francesco Cecchin, barbaramente ucciso dai comunisti il 16 Giugno del 1979 e ritrovato con le chiavi di casa ancora strette in mano. A tanti anni dalla sua morte, i responsabili non sono ancora stati individuati e l'inchiesta è stata mestamente chiusa, non senza che il magistrato abbia sottolineato nella sentenza le "gravi deficienze degli organi competenti nel compiere le prime indagini", ammettendo fra le righe ciò che molti sapevano sin dall'inizio: che si tentò (e si riuscì) d'insabbiare in ogni modo il fatto e di farla fare franca agli assassini. Del resto da Primavalle ad Acca Larentia il leit motive è sempre lo stesso: uccidere un fascista non è reato.

Francesco è morto dopo ben 18 giorni di agonia. Fu buttato giù da un muro di piazza Vescovio, nel quartiere Trieste-Salario, mentre tentava sfuggire a chi l'aveva già condannato. La sera del 28 maggio quattro ragazzi del Fronte della Gioventù, tra cui Francesco Cecchin, stavano affiggendo dei manifesti, ma vennero notati da un gruppo di comunisti che li circondano. Dopo aver allontanato in modo spiccio un agente di P.S. in borghes, minacciano i ragazzi del Fronte e, in particolare, Francesco: "TU STAI ATTENTO, CHE SE POI SE CI INCAZZIAMO TI POTRESTI FARE MALE!"; gli intimano.

La stessa sera, intorno alla mezzanotte, Francesco Cecchin scende di casa insieme alla sorella per una passeggiata, ma spunta una Fiat 850 bianca che compie una brusca frenata davanti a loro; dall'auto scende un uomo che urla all'indirizzo di Francesco: "E' lui, è lui, prendetelo!". Riconoscendo l'aggressore, Francesco fa allontanare la sorella e tenta di fuggire inseguito dagli occupanti della macchina, ma non ha scampo. Verrà trovato in posizione supina ad una distanza di circa un metro e mezzo dalla base di un muro.

Oggi, probabilmente, i carnefici di Francesco saranno dirigenti, manager o direttori di giornale. I falsi figli del proletariato si sono sempre potuti permettere di giocare con la vita degli altri, perchè un posto di rilievo nella società che conta comunque gli era stato riservarto. Basta accendere la tv per trovare ex militanti di Lotta Continua o Potere Operaio che pontificano e che, anzi, ci fanno persino delle lezioni di liberismo e libertà.

Per questo motivo, ai militanti di destra - DI DESTRA - che in quegli anni si opposero all'arroganza comunista, noi non possiamo che rendere omaggio onorandone la memoria. Oggi il ricordo di Francesco deve essere più vivo che mai, soprattutto in virtù del fatto che qualche giornalista sta ricreando, consapevolmente, un clima di tensione che abbiamo già vissuto e che sarebbe tutto a vantaggio di chi detiene giornali, potere e diritto di parola.

Oggi a Roma ci sarà l'annuale presente in ricordo di Francesco. Qui gli dedichiamo il nostro pensiero, la nostra preghiera, il nostro presente silenzioso ma ugualmente forte. Ci hanno negato la giustizia, ma la memoria nessuno potrà cancellarla. Nè un bastardo giornalista, nè un investigatore del regime, nè chi - per il salotto buono o una Camera - ha venduto la sua gente e la sua storia.

Sarà la primavera, sarà la libertà a spazzar via chi vive di ignavia.

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