Augusta Montaruli, 24 anni. Dirigente nazionale di An-Azione Giovani.
Augusta, lei è fascista?
«Nooo. Non sono fascista. Sarebbe ridicolo, oggi. Sono di destra e faccio politica da quando ho 16 anni».
Sotto «scorta» da quanto?
«Da quando ho iniziato l’università. Quattro anni. Tre amici del mio gruppo mi difendono da insulti e da aggressioni. A Torino è impossibile fare politica in modo non-violento. I pochi autonomi, quelli della sinistra ormai extraparlamentare non possono accettare che ci siano persone che la pensano diversamente. E hanno trasformato Palazzo Nuovo in un centro sociale».
Dunque, niente esame di procedura penale.
«Già. Ed è la prima volta che mi accade. Ma è normale che uno studente che va a sostenere un appello sia accolto da slogan, insulti, lanci di uova? Abbiamo subito istituito un presidio per non bloccare gli appelli, come avrebbero voluto gli autonomi, in nome degli incidenti alla Sapienza. Un pretesto. Ma intanto la giornata è persa».
L’odio politico è così intenso? Quando lei, fuori da presidi o altro, incontra in un corridoio, il «leader» degli autonomi, che succede, vi salutate o no?
«Macchè. Io lo guardo fisso, e per principio saluto tutti. Ma lui finge di non vedermi, come se non esistessi. Anche questa è una forma di violenza».
Ha paura?
«Affatto. E non mi lascio intimidire da quella esigua minoranza, sempre più mini. Anzi, una notizia: una volta presa la laurea in Legge, fra poco, mi iscrivo subito a Lettere. Voglio difendere i nostri spazi, per gli altri studenti».
E con le ragazze di sinistra? Sempre muro contro muro?«Autonomi e comunisti sono maschilisti. I “capi” sono tutti uomini. Fateci caso. Le donne obbediscono. Il buffo è molti miei amici sono di sinistra e non ci sono problemi. Ci mancherebbe. Quando esco con loro, temo di incontrare gli estremisti. Non voglio che altri siano coinvolti in questo clima di violenza».
venerdì 6 giugno 2008
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