domenica 14 febbraio 2010

COME SEMPRE C’E’ CHI FA…E CHI ANTIFA…


Oggi trasgrediremo una regola di fondo.

Non so perché, ma dopo anni di sovrana indifferenza a fronte di provocazioni, minacce, intimidazioni, insulti, ostentazione di odio gratuito documentato da quintali di carta e rabbia che abbiamo lasciato accumulare, proprio oggi, in uno slancio generoso, gratificheremo alcuni bizzarri personaggi col piccolo spazio che meritano.
Diciamocela tutta… Se non abbiamo mai neanche considerato il loro abbaiare tarato un motivo c’è: risponde alla vecchia strategia del miglior disprezzo nella non curanza, perché in effetti sono loro che danno importanza e risonanza a noi mentre non è mai stato viceversa. Dunque per questo non è mai stato ricambiato quel loro interesse ossessivo, la morbosità simile a quella di un innamoramento non corrisposto.

Succede che quando la povertà d’argomento, la sterilità di iniziative, il poco spessore umano e culturale, l’inconsistenza politica e sociale si ritrovano a stagnarsi nella propria fallimentare frustrazione si cerca uno sfogo, se preferiamo una legittimazione, nell’individuare fantasmi e combatterli senza tregua (a quanto pare anche senza motivo). Non essere nulla si appaga nell’essere contro qualcosa, e via con le loro tute: anche se a sparare stronzate al posto dei raggi pneutonici, anche se magari non sono quattro ma al massimo 5 o 6, anche se una centrale certo non ce l’hanno e neanche una macchina, ma irriducibili i gosthbusters della Costiera Amalfitana sono ancora tra noi, pronti a precipitarsi in vostro soccorso ogni qual volta apparisse uno spettro in fez ed orbace dal vostro frigo, o peggio ancora, se tra un giardino di limoni e l’altro qualcuno stesse abusivamente edificando un lager…

Se a mò di litania ci accusano di razzismo e poi un ragazzo di colore del posto ci difende e anzi chiama razzisti loro per un qualche dogma di fede siamo razzisti lo stesso (e a prescindere anche omofobi!), se appendiamo manichini per il mutuo sociale contro lo strozzinaggio di pochi proprietari degli immobili loro (da autentici proletari) difendono gli strozzini e se la prendono contro il cattivo gusto di un’azione teppistica che ricorda “il clima precedente la marcia su Roma” (!!?), se attacchiamo la chiesa locale poi loro (ibridi sperimentali di gesuiti marxisti) diventano difensori della cristianità e proteggono il vescovo, se noi mettiamo su un presidio si rivolgono a carabinieri o vigili urbani per accertarsi che abbiamo l’autorizzazione (da buon copione d’avanguardia rivoluzionaria), se interveniamo alle assemblee pubbliche interrompono con pulcinellate scomposte (da buona tradizione democratica) o provvedono all’ardito strappo del manifesto dopo ogni nostra affissione (anche se lo fanno in rispetto della Costituzione), qualsiasi nostra iniziativa è seguita dal volantino di risposta tragicomico integrativo per chi non avesse capito cosa avessimo fatto (a volte hanno pure allegato il nostro indirizzo web!), se ci presentiamo alle elezioni ci dicono di stare attenti perché “rischiamo” (provocando in noi bislacche crisi d’identità sull’attitudine squadrista), richiamano all’indignazione popolare e lo sdegno perché uccidiamo babbo natale e per qualche mummia davanti al municipio (rendendosi spalla perfetta per l’efficacia delle nostre azioni goliardiche), ci aggrediscono e cercano lo scontro di continuo (ma i violenti siamo noi) tanto che poi mandano comunicati di stima ai nostri aggressori (sebbene non siano stati presenti agli avvenimenti e non c’entrino nulla), non hanno altro cavallo di battaglia che qualche celtica apparsa sui muri salvo poi scrivere a loro volta -non solo sui muri (e una volta si sono pure firmati…)- ma anche sulla porta della nostra sede, se raccogliamo firme per i diritti degli anziani se la prendono pure con i pensionati ( vecchiacci collaborazionisti!!), vantano su indymedia di aver “sradicato” la nostra presenza proprio mentre stiamo aprendo una sede sindacale ( e mentre loro intanto servono il popolo con la loro piccola guerra di ragazzi della via pal), l’unica volta che non se la sono presa con noi è stata quando tentarono di contestare Brunetta a Maiori ma si presentarono in 3 dietro uno striscione (sicchè lo stesso Brunetta li prendeva per il culo) …

Insomma, pur avendo tralasciato qualcosa credo di aver reso l’idea.
Questa tapina rappresentanza di provincia dell’antifascismo militante, questa residuale debole accozzaglia di inascoltati, questo putridume reazionario al servizio del potere e di chi continua a ingrassare grazie a chi fomenta la divisione e il dispendio di energie tra poveri (molti di loro poveri poi non lo sono per niente anzi borghesi marci dentro e fuori), questi produttori instancabili di scorreggie altisonanti con i loro titoli in grassetto su “Fascisti” numerosi e pericolosi che ci fanno tanto gasare, insomma…Questi….Non potranno certo intralciare le nostre operazioni, ma solo aiutarci.
Ora infatti, per restare in sintonia con la loro visione manichea e deformata della realtà, sappiamo che, anche per merito delle loro epocali gesta resistenziali, la gente della costa sa cogliere la differenza tra “fascisti” e “antifascisti”: i primi agiscono, gli altri acchiappano fantasmi.

Niente poteva soddisfarci di più. Mi sento, in conclusione, di ringraziarli.


Matteo Cobalto

sabato 13 febbraio 2010

A Pio Filippani Ronconi




Si è spento lo scorso Giovedì Pio Filippani Ronconi

Allo scoppio della guerra civile spagnola rimase orfano della madre, fucilata dai repubblicani. Tornato in Italia con la famiglia, si dedicò allo studio universitario delle lingue indoeuropee e di altre lingue quali il turco, l'arabo, l'ebraico e il cinese e per questo fu più tardi impiegato all'EIAR come lettore dei radiogiornali in lingua straniera. Intanto i suoi interessi spirituali lo portarono alla pratica del Tantra e alla conoscenza di Julius Evola e di altri personaggi del Gruppo di Ur.

Allo scoppio della II guerra mondiale si arruolò volontario tra gli Arditi, e combatté in Libia. Venne ferito due volte e ricevette alcune onorificenze. Dopo la caduta di Mussolini e la fondazione della Repubblica Sociale Italiana, si arruolò con il grado di Obersturmführer ("comandante superiore assaltatore", corrispondente al grado di tenente) nella Legione SS Italiana, formazione appartenente alle Waffen SS europee e per il suo impegno nella difesa del fronte a Nettuno ricevette dal comando tedesco la Croce di Ferro.

Dopo la II guerra mondiale, fu impiegato all’ufficio radiodiffusione per l’estero della presidenza del Consiglio. Conobbe in questo periodo Massimo Scaligero attraverso il quale si avvicinò agli scritti di Rudolf Steiner, ma negli anni seguenti elaborò una propria visione dell'antroposofia, depurata dei suoi aspetti cristiani e focalizzata invece sugli antichi paganesimi indoeuropei, anche se in effetti già durante la guerra aveva dichiarato alle autorità militari tedesche di essere pagano (Heiden).

Nel 1959 iniziò la carriera accademica all’Istituto Universitario Orientale di Napoli dove fu assistente di Giuseppe Tucci e più tardi docente egli stesso. Della sua attività di traduzione di testi e saggi sulle tradizioni orientali resta fondamentale il volume sul canone buddhista. Parallelamente alla sua attività accademica, Filippani pone le sue capacità al servizio delle istituzioni italiane lavorando come crittografo presso il Ministero della Difesa e traduttore di lingue orientali.

Verso la fine degli anni novanta fu interrogato dalla magistratura italiana per la strage di piazza Fontana a causa di un suo intervento al convegno dell'Hotel Parco dei Principi dove lesse un suo scritto sulla controrivoluzione che si sospettava fosse stato in qualche modo utilizzato per pianificare una strategia della tensione, ma le indagini ne esclusero qualsiasi forma di coinvolgimento.

Nel 2000 collaborò con il Corriere della Sera scrivendo articoli sulle filosofie orientali, ma il rapporto si interruppe quando un lettore denunciò al giornale la militanza di Filippani nelle Waffen SS durante la guerra.

"Le pesa la vecchiaia?
Bah, non me ne importa un fico secco, anche se dimentico molte cose. Ho avuto la possibilità di vivere la poesia, nel senso greco di poiesis, la bellezza di esprimere me stesso in quella che era la vita di un caballero. Ma sono passato attraverso queste esperienze come… come un divertimento. "

"sono un guerriero con interessi culturali"

ONORE E GLORIA!

mercoledì 10 febbraio 2010

domenica 7 febbraio 2010

Salerno: fiaccolata in ricordo dei martiri delle foibe




Ieri sera presso piazza Portanova a Salerno l'associazione culturale "Salerno Futurista - CasaPound Italia", in collaborazione con gli attivisti di CPI Avellino e Stupor Mundi, hanno ricordato con una fiaccolata silenziosa i "martiri" delle foibe. Quasi cinquanta le persone che hanno monopolizzato l'attenzione dei passanti del corso Vittorio Emanuele con uno striscione 6m x 3m con su scritto "Onore ai martiri delle foibe".
"Come ogni anno abbiamo l'obbligo morale di non far rimanere nell'oblio una parte della storia che non tutti conoscono. Ancora - afferma Guido D'Amore, segretario di SF-CPI - ci sono persone in piazza che ci chiedono 'per cosa state protestando?'. Assurdo. Il termine 'foibe' ancora non accende automaticamente il ricordo di un luogo dove tanti, troppi italiani sono stati uccisi arbitrariamente, e senza neanche bisogno di un sommario processo, dall'odio ceco jugoslavo che aveva la ferma intenzione di annientare la presenza italiana in terre sempre state nostre: Istria, Fiume e Dalmazia. Come l'anno scorso in costiera amalfitana, abbiamo organizzato una conferenza in una scuola, precisamente il liceo classico 'Parmenide' di Vallo della Lucania. Finche dai libri di scuola alle pubbliche piazze questa tragedia non sarà nota, saremo sempre i primi ad impegnarci in prima persona."