sabato 28 giugno 2008

Comandante Massoud



Ahmad Shah Massoud, detto il "Leone del Panjshir", è stato un eroe afghano che ha difeso il suo paese contro l'invasione sovietica e i talebani. Viene citato anche in un film di Rambo, ovviamente prima che la fallace propaganda yankee (assieme alle Fallaci italiche...) ci spiegasse che tutti gli arabi sono sporchi e cattivi.
Naturalmente chi è fermamente cattolico ed europeo non teme un mondo che cerca di salvaguardare la propria Tradizione contro il nemico rapace e insaziabile a stelle e strisce.

N.B. Nel primo video una canzone di Davide BUZZI, nel secondo di Skoll.

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Nato nel 1953 nell'estremo nord dell'Afghanistan, Ahmed Shah Massud costruì il proprio destino intrecciandolo continuamente con la storia recente della propria Nazione. Quando, nel 1978, prese ufficialmente il potere in Afghanistan, il minoritario partito comunista locale (PDPA) in seguito alla Rivoluzione di Aprile ideata ed sostenuta dall'Unione sovietica, il giovane Massud, che a quei tempi passava le proprie giornate pregando Allah e studiando architettura presso l'Università di Kabul, iniziò a farsi notare per lo spirito ribelle ed inquieto.

Colui che in futuro sarebbe stato soprannominato dai suoi uomini il “Leone del Panshir” a causa della terra d’origine e delle indiscusse capacità militari, già allora non appariva, infatti, attratto da una vita sedentaria ed incolore.

In seguito alla laicizzazione dello Stato imposta dal governo fantoccio di Kabul (pilotato direttamente da Mosca) ed all'offensiva contro la Tradizione, Massud decise di ritirarsi tra le montagne dell’Hindukush per dar vita alla resistenza antisovietica.
Fu così che Corano e moschetto, sangue e disperazione si mischiarono tragicamente insieme, in un'eroica e poetica guerra di liberazione nazionale.

Mentre Mosca decideva nel 1979 di impiegare direttamente l'armata rossa per imporre definitivamente il comunismo in Afghanistan - il governo filo sovietico di Kabul, infatti, pur ricorrendo alla politica del terrore, all'utilizzo massiccio dell'esercito e, soprattutto, ai terribili servizi segreti afgani (KHAD) preparati per anni dal KGB, non fu mai in grado di placare la ribellione popolare - i mujhaeddin (soldati della Fede) dettero prova della loro grandissima forza d'animo e coraggio combattendo strenuamente per la libertà.

L'Afghanistan dimostrò così al mondo di cosa fosse fatto il suo popolo, un popolo da sempre diviso al proprio interno ma in grado di riunirsi e di ricompattarsi di fronte al nemico straniero.
Nel 1992, dopo una lunghissima guerra nella quali i sovietici si macchiarono di spaventosi crimini sulla popolazione che costarono all'Afghanistan quasi un milione e mezzo di morti, l'Armata Rossa ed il regime comunista afgano vennero definitivamente sconfitti.
L'Afghanistan libero si ritrovò così “costretto” a confrontarsi con la pace pur non conoscendo, oramai, nient' altro che la guerra...e da libero l'Afghanistan conobbe ancora guerra.
I mujhaeddin si divisero in fazioni e lo scontro derivante da questa divisione si spostò, ben presto, dal piano politico a quello militare.

Kabul si trasformò in un campo di battaglia sopra il quale i miliziani fondamentalisti di Hekmaktiar e del generale Dostum (appoggiati dal Pakistan) si scontrarono violentemente con le truppe di Massud.

Nel 1994, l'Afghanistan era divenuto un Paese in cui l'anarchia e la sofferenza dominavano incontrastate; un Paese il cui futuro non appariva altro che un giorno nero senza speranza.

Nel dolore e nell'abbrutimento del popolo afgano si inserirono i Taliban.

Afgani di etnia Pashtun provenienti dai campi profughi pakistani, gli “studenti di sapienza islamica” piuttosto facilmente presero il potere in Afghanistan: il popolo, provato ed umiliato dalla guerra civile, non desiderava altro che pace e stabilità ed i Taliban, nella loro semplicità politica, promettevano abilmente una ricostruzione nazionale.
Dopo aver conquistato Kabul nel 1996 ed aver “schiacciato” nel nord del paese Ahmed Shah Massud, il movimento dei Taliban mostrò al mondo e, soprattutto all'Afghanistan, il suo vero volto…
Primi giorni di settembre dell'anno 2001.
Massud continua a combattere. Sono vent’anni che combatte: prima contro i sovietici, poi contro gli oppositori integralisti, infine contro i Taliban.
I tempi, però, cambiano e gli altri, i terroristi mascherati da soldati che la Storia non ricorderà mai, non tardano a manifestarsi.
Due briganti fedeli a Bin Laden (allora, ancora ufficilamente, vicino alla CIA e ai Bushes) e travestiti per l'infame occasione da giornalisti televisivi, decidano di farsi saltare in aria ponendo fine alla vita di un Leone, di un Leone di nome Massud.

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