giovedì 18 settembre 2008

Breve ricerca sui gianfrancofinisti


Esemplare di gianfrancofinista giovane.

Esistono svariate specie di gianfrancofinisti,ne riporto alcune per nome scientifico: c'è il politicante mediocre di paese ambziosus, il fascista per hobby o capriccio pentito ebraensis, il trombato altrove cacciatore di poltrone errans, il giovane energico militante ora ministro ben lustrato schifosus..In genere sono bestie pacifiche e meschine ma furbe, di ributtante duttilità, i quali hanno sempre la risposta facile e il ghigno saccente e navigato. Giocano facilmente col sangue e con la storia, il loro solo scopo è il potere. Essi infestano e depredano le verdi valli di una gioventù disorientata. I Gianfrancofinisti sanno bene di obbedire senza discutere, che si può cambiare idea radicalmente e repentinamente, che chi si lega alle strozate idealistiche è un fallito perchè non gli frutta niente.
Brucando e belando c'è chi ottiene il ministero e chi col tempo, haimè tapino, si accontenta del posto in consiglio comunale.
Quanto gli scienziati accertano è che la triste storia del gianfrancofinismo è prodotto di un miscuglio di razze ovine prettamente italiane, Tatarelliani e Bocchiniani i principali influssi, ma chiare le tracce che farebbero del gianfrancofinista un erede diretto dell'estinta specie dei mammut democristiani (quelli con le zanne più sporche).

Bene, bando alle stronzate...Ho una comunicazione ufficiale.

Con immenso rigonfiarsi del mio orgoglio, tornato dal mio soggiorno iberico, ho scoperto di aver ricevuto una lettera durante la mia assenza estiva. La missiva proveniente da Via della Scrofa è firmata a piene mani niente meno che dal ministro Giorgia Meloni.
Essa, con incedere autoritario, procede alla mia “immediata sospensione da ogni attività politica”, alludendo alla mia carica di responsabile ag costa d’Amalfi, sebbene io abbia già dallo scorso Giugno ampiamente presentato le mie dimissioni. La pagliacciata va avanti e la giovane rivelazione del gianfrancofinismo più viscido incalza biasimando il mio indegno comportamento, essendomi coperto nel corso dell’ultima campagna elettorale dell’onta disonorevole di non aver seguito, come invece ogni buon montone ha fatto, il gran cane e i suoi meschini ras locali
.
Non esiste per me medaglia che mi decori di più. Non penso a una risposta che valga la pena inviare, a meno che non esistesse un modo per codificare su carta la più sonora delle pernacchie.

Assistiamo al coming out gradualmente preannunciato di personaggi inqualificabili, e non ho pietà come non credo ai malpancisti, a chi in an, clown nipote Mussolini in primis, ancora tentenna un sussulto falso di dignità: sono come scosse nervose di un cadavere, e i cadaveri non resuscitano.
Chi non ha niente da guadagnare ma solo onore da perdere non esita ad andarsene da questa melma.

Tempo di guardarsi negli occhi, camerati, tempo di cercare l’ordine anche nel disordine. Stiamo assistendo alla decadenza della destra italiana: Fini e la Meloni così come le teste rasate da stadio, sono bacilli di uno stesso cancro a cui dobbiamo sopravvivere.
Sopravviveremo.



Ciò che siamo è troppo bello per finire.
Meloni chi molla!

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