sabato 20 settembre 2008

Italiani brava gente

Abdoul e Castelvolturno: tutti contenti perché non siamo razzisti

Gioite o gente, l'Italia non è razzista! Tirano un sospiro i facitori d'opinione, i censori del grande cervello. Avevano suonato l'allarme per l'omicidio barbaro di Abdoul, il diciannovenne originario del Burkina Faso massacrato a Milano a sprangate in testa davanti al bar Shining (nomen omen oppure una vocazione precisa?) Il tam tam si è placato e l'omicidio ha smesso di far notizia perché si è acclarato che non ci sono ragioni di xenofobia nel delitto, un assassinio che non farà storia in quanto determinato soltanto dal furto di un cornetto. Respiriamo, diamoci pace: in Italia non si uccide per appartenenze etniche ma per settanta centesimi. Venerdì è scoppiato l'inferno nel casertano, a Castelvolturno e Baia Verde dove sette immigrati africani e un italiano sono stati abbattuti a raffiche di mitra e colpi di pistola. E anche qui abbiamo tirato un sospiro di sollievo; le contrapposizioni etniche non c'entrano, è guerra di camorra per il controllo del traffico di droga; dunque siamo in normalità e possiamo goderci in pace la presentazione delle nuove veline.



Lo spettro degli odi razziali è lontano. Nessuno si è però chiesto se la situazione non sia ben peggiore perché nella follia degli scontri etnici (di cui non ci si preoccupa ovviamente di rimuovere le cause ma solo di sottolineare gli effetti) c'è almeno un senso, distorto, ma c'è. E persino la vittima ha una sua dignità quando è vittima di una faida che ha una logica intrinseca. Qui invece si muore per malaffare o per niente. E in ambo i casi la reazione è distesa perché si accetta universalmente come fosse la cosa più normale del mondo che chi muore per la spartizione di bottino o per aver sottratto un cornetto è perfettamente integrato nella cultura e nell'etica di questa società. I massacratori di Abdoul, cui non è stata contestata l'aggravante dell'odio razziale, si sono visti affibbiare l'aggravante più pesante e agghiacciante prevista dal nostro codice: i “futili motivi”. Ebbene, che un ragazzo possa venir massacrato per futili motivi dovrebbe far scandalo ed eccitare gli animi, ma non avviene, tutto si calma. Sarà, probabilmente, perché si è ogni giorno più consci che il nostro modello attuale è fondato sulla futilità. Viviamo per niente e per niente possiamo tranquillamente morire.

GABRIELE ADINOLFI

Nessun commento:

Posta un commento