domenica 28 settembre 2008

Senza rancore.

di FRANCESCO STORACE.

Il messaggio è subdolo, come al solito. E indigeribile. Daniela Santanché voleva lo scioglimento de La Destra nel Pdl e di fronte a un disegno senza consenso di base – parla di avere con sé una cinquantina di dirigenti sui millecinquecento che onorano il movimento in tutta Italia e ai quali dovrebbe chiedere scusa – e si dimette da portavoce, ritira una mozione impresentabile.
Altro che isolamento nostro. Era lei ad essere isolata con le sue bizzarre velleità. E’ insomma fuori dal partito che l’aveva rispettata, amata, tollerata più di ogni altro partito che ha frequentato. E sopportata. E vuole tornare da chi l’aveva scacciata in malo modo. Non parteciperà al congresso nazionale perché non c’è una federazione dove trovare il consenso per farsi eleggere delegata, è giusto che torni da chi odia le preferenze.

Noi non serbiamo alcun rancore e siamo contenti di averla stimata. Sarà Daniela Santanché, piuttosto, a provare rimpianto quando si accorgerà che la politica non è solo potere. La prossima settimana riunirò il comitato politico nazionale di un partito che ha migliaia di iscritti in più rispetto allo scorso anno, consiglieri che aderiscono dai vari enti locali e da oggi meno litigiosità interna sulla nostra rotta. Ora il Pdl sa definitivamente dove trovare La Destra. Tutti se ne accorgeranno al congresso di novembre e proporrò di organizzare in coincidenza con la nostra assise nazionale la nostra prima grande manifestazione popolare. Porteremo in piazza una Destra che soffre per la gente.

Fino a ieri c’era il rischio di una Destra che s’offre. Per se stessa

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