venerdì 19 settembre 2008

La disintegrazione del sistema secondo Fred@

Ho promesso a Mario qualche ragguaglio su Franco Giorgio Fred@. Prima, però, è necessario inquadrare quel movimento che qualche giornalista ha definito, per renderne in via esemplificativa le componenti, "nazimaoista". Nel '68, infatti, ci fu un innamoramento generale per Mao e la sua impostazione originale delle dottrine marxiste. Il suo programma culturale sostanzialmente si fondava su quattro punti tutti volti a distruggere ogni manifestazione della Tradizione. Un programma da realizzare con la rimozione del passato della millenaria cultura cinese, l'abbattimento di monumenti e templi e il massacro di sacerdoti, studenti e proprietari terrieri. Le cifre oggi parlano di 60 milioni di vittime, ma nei primi anni 70 il libretto rosso con i pensieri di Mao in Italia andava via come il pane.

Non è, pertanto, un caso che i movimenti che attuarono la contestazione giovanile - che non nasce assolutamente a sinistra come certa agiografia impone - abbiano subito la contaminazione impura del comunismo contadino cinese.

Nemmeno l'estrema destra ne rimase estranea e, in particolare, FRED@, giurista e discepolo del barone nero JULIUS EVOLA, ne fu la dimostrazione.

In una sua recensione di Cavalcare la tigre si spinse ad affermare che bisognasse schierarsi con l'Urss contro le potenze dell'egualitarismo e delle democrazie capeggiate dagli USA. Tesi che, però, venne contestata dallo stesso Evola in diverse pubblicazioni.

Nella sua opera principale, la DISINTEGRAZIONE DEL S1STEMA, espose la sua idea di stato teorizzando una sorta di "comunismo aristocratico" a metà tra quello prefigurato nella repubblica di Platone, nel Terzo Reich e, appunto, da Mao.
Il sistema che bisognava distruggere era, naturalmente, quello borghese affermatosi con la rivoluzione francese. Ha scritto, infatti, a tal proposito Fred@:

" Noi siamo antidemocratici: sui feticci delle democrazie capitalistiche e bolsceviche ricade la responsabilità del crollo dei valori politici e del trauma morale che ha disintegrato degli individui alienandoli dalla vita organica dello Stato. Noi siamo contro certe esasperazioni del nazionalismo, che riteniamo aver frantumato nelle loro implicazioni storiche il substrato unitario della civiltà d'Occidente. Noi siamo antiborghesi: la borghesia, intesa come stato d'animo e prospettiva economicistica del mondo è la prima responsabile di questo clima dissolvente [...] Noi siamo per uno stile di vita che nessun partito può darci; ma solo un Ordine di idee, una Unità differenziata di istanze, il Cameratismo nella lotta contro un sistema sfaldato. Noi siamo per una Aristocrazia che è radicale rifiuto del modello egualitario. Noi assumiamo una prospettiva gerarchica e organica [...] Noi siamo per le civiltà d'Europa e d'Occidente, con i loro Miti e le loro Tradizioni, aldilà degli egoismi e dei provincialismi sterili in cui si chiude l'odierna mentalità nazionalistica. Noi siamo per una concezione tradizionale dell'esistenza in cui le suggestioni esasperate ed anormali della società e dell'economia cedano il posto ai valori eroici dello spirito intesi come Onore, Gerarchia, Fedeltà».

E' evidente da queste parole, tratte dal manifesto del gruppo di Ar, l'impostazione evoliana di Freda; meno comprensibile è invece la sua idea di stato che, se posso permettermi di sbilanciarmi, ricorda tanto quello della giunta militare marxista della Birmania.

Coivolto nel processo sulla strage di piazza Fontana su cui non mi pronuncio, nel 1990 ha dato vita Fronte Nazionale, movimento che affermava l'esigenza di difendere l'omogeneità etnica italiana ed europea, individuando nei crescenti flussi migratori un pericoloso attacco alla stessa. Il fronte è stato poi sciolto dal Consiglio dei Ministri in virtù della legge Mancino per aver costituito un'associazione avente lo scopo di incitare alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali.

Oggi Freda si dedica totalmente alla sua attività di editore avendo un punto vendita anche a Salerno.

Poco tempo fa mi è capitato di scontrarmi sul mio blog con Anna Valer1o, filologa trentenne che cura per Freda una collana (qualcuno in realtà sostiene che sia lo stesso Fred@ dietro pseudonimo...).

Una personaggio dalla prosa tanto affilata quanto urticante nei suoi modi di porsi.
Un calcio nei testicoli, per intenderci, è meno fastidioso...

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