domenica 21 settembre 2008

Ahmadinejad ha, come sempre, ragione.


Piccola premessa per i neocons alla amatriciana: quella che verrà esposta qui di seguito è l'opinione personale di chi è stato accusato di "reiterate affermazioni antiamericane, di cedimento al fondamentalismo islamico e di voler escludere Daniela Santanchè dalla Destra", quindi se qualcuno non vuole, sapppia che non è obbligatorio leggermi.
In realtà la mia, da cattolico, è la presa d'atto che il Sud e, in secondo luogo, l'Europa hanno comuni radici cristiane, romane, greche e islamiche. Del resto, per scoprirlo, basta farsi un giro per il centro di Amalfi e nel suo quartiere arabo, ossia l'odierna valle dei mulini.

Che io sia a favore di un inversione di linea per la politica internazionale seguita finora dall'Italia, non è una novità. Io ammiro il culto per la Tradizione che ha una società capace di resistere alla forza disgregatrice degli USA e popoli, quale quello afghano, che combattono senza tregua da 30 anni contro ogni invasore. Inoltre, da quando ho conosciuto un italiano che ha vissuto e visitato l'Iran, spero al più presto di poter apprezzare da vicino la millenaria cultura persiana che Israele vuole distruggere con la prossima guerra al terrore programmata con il presidente yankee che verrà, Obama o McCain che sia.

Ora, venendo ai fatti di cronaca ultimi, va specificato che Ahmadinejad ha sempre manifestato apprezzamenti per l'Italia e la sua storia, ricordando - tra l'altro - che il nostro paese è il primo partner economico europeo dell'Iran (come lo era l'Iraq con il RAIS). Pertanto, diversamente da quanto hanno sostenuto i media, non c'è nessuna avversione del leader iraniano verso l'Italia.
Convocando l'ambasciatore italiano a Tehran per protestare contro Berlusconi che l'aveva paragonato ad Hitler, il presidente persiano ha fatto quello che ogni capo di statoche non si lascia mettere i piedi in testa deve fare. Sono, semmai, inopportune le parole di Berlusconi pronunciate, pochi giorni fa, in un incontro a Parigi davanti una organizzazione ebraica. Anzi è ancora più inopportuno che i nostri politici si spostino da una Sinagoga ad un altra. Non passa giorno senza che Alemanno, Fini, Brunetta o Berlusconi (che pure va apprezzato per la linea tenuta nel conflitto osseta, tanto che è stato rimproverato da DICK CHENEY in persona) incontrino una comunità ebraica per farsi promuovere e, in secondo luogo, fare propaganda pro Israele al fine di preparare il campo per la prossima invasione dell'Iran.

Paese che, intanto, è già sotto assedio visto che diverse navi da guerra statunitensi stanno cercando nel golfo persico di accendere la scintilla. Tanto più che la Russia ci ha permesso di scoprire che Israele sta usando la Georgia per puntare i suoi missili proprio contro la Persia.

Insomma, i fatti sono chiari: mentre Ahmadinejad difende con la parola il suo paese; gli ebrei stanno già affilando le armi.

Lo spirto di Hitler pertanto, come è evidente, non vive certo in Iran.

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