lunedì 8 settembre 2008

Il popolo dei paraculi.

L'Italia, non solo è l'unico paese al mondo che ha iniziato una guerra con degli alleati e l'ha finita, con disonore, con altri; ma è anche l'unica che si vanta di tale infamia.

Del resto, quale altro popolo celebrerebbe il proprio tradimento, una sconfitta in guerra di cui paga ancora le conseguenze e - peggio ancora - l'invasione del proprio territorio da parte di due potenze ostili e straniere, se non uno masochista e privo di pudore?

Sono 65 anni che ascoltiamo sempre le stesse puttanate da parte di politici corrotti che rievocano l'8 settembre 1943, un giorno di cui bisognerebbe vergognarsi e che bisognerebbe rimuovere dai propri ricordi; quando l'unico motivo per il quale dovremmo citare il giorno infausto del tradimento di Badoglio e della fuga del re nano sabaudo, è perchè fu molla per l'ultimo momento di eroismo collettivo che questa terra ha visto.

Meno di una settimana dopo l'8, infatti - esattamente il 16 settembre - si sarebbe costituita la Repubblica Sociale Italiana con quattrocentomila volontari giovanissimi, anche di 16 o 18 anni, che cercarono di riscattare, fino all'ultimo, una patria puttana venduta al miglior offerente.

Mi sia, a tal proposito, consentito di ricordare un ex combattente della RSI recentemente scomparso, CARLO MAZZANTINI. Scrittore e combattente, Mazzantini si è arruolò, a diciassette anni, con i cattivi. Dopo la resa, andò ad insegnare nelle università di Tangeri e di Galway, in Irlanda (bellissima cittadina che consiglio di visitare..ndr).

Tra i suoi scritti A cercar la bella morte, Restano le nuvole, I Balilla andarono a Salò, L'Ultimo repubblichino e C'eravamo tanto odiati.

Riposi in pace nella memoria di chi sa e non dimentica i fatti.

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