giovedì 7 agosto 2008

La Destra lo rivendichi con orgoglio: fuori la Santanchè

Diciamocela tutta. Per La Destra, risultati elettorali alla mano, candidare la Santanchè è stato un flop. Doveva dare al partito un'immagine più limpida per pescare consensi fuori dal raggio d'azione militante, ma - in definitiva - non ha apportato nessuno contributo apprezzabile. Nella sua prima apparizione a Matrix ha impressionato per grinta e carattere, ma poi, quando si è visto che ripeteva le medesime parole ad ogni occasione, si è capito che la sua era solo una parte imparata a memoria e studiata molto bene. Del resto promuovere prodotti, essendo lei titolare di un'impresa operante nella pubblicità, è la sua arte. Persino i più distratti ricorderanno espressioni come "siamo la destra del fare", che la sua famiglia "non è quella del mulino bianco" e che, qualsiasi cosa pronunciasse, lei "lo rivendica[va] con orgoglio". Frasi, sempre le stesse e sempre nello stesso ordine, ripetute fino alla nausea da una donna che oltre l'immagine non ha nulla.

Il suo contributo si è esaurito nella candidatura della nuora di De Benetti (espressione di un potere forte economico-politico ed ebreo) la giornalista rai Paola Ferrari; nella dichiarazione di voto a favore "dell'amico" Briatore, che incarna tutto ciò che c'è di più lontano dall'idea di Destra; e nell'adesione temporanea dell'insipiente Carla De Albertis, una politicante brutta esteticamente quanto moralmente che è durata nel partito 2 mesi.

Ora, dopo aver condotto una campagna elettorale contro "le donne orizzontali di Berlusconi, la Cuneense va cianciando, a titolo personale, che bisogna confluire nel PdL in barba a quegli elettori che l'hanno votata non credendo nel partito unico

A tal proposito, Storace, nel suo blog, fa intendere che la Santanchè ha le ore contate e invita alla "calma olimpica sapendo che c’è una scadenza, quella del 31 agosto. Se l’obiettivo di Daniela Santanchè è andare a finire nel Pdl è legittimo. Se crede che questo sia anche l’obiettivo da assegnare a La Destra, siamo certi che in queste ore starà preparando la mozione congressuale che va depositata entro la fine del mese con dieci firme di membri del comitato politico nazionale. Siamo curiosi di leggere questo avvincente romanzo firmato da chi è uscita da An per poi puntare a ritrovarsi con quanti ha definito nel peggiore dei modi un giorno sì e l’altro pure".

Da questo affondo di Storace si coglie immediatamente che la rottura è insanabile e che le frizioni, almeno così si auspica, saranno risolte al congresso che si celebrerà in autunno, ma un limite in prospettiva comunque permane: sia gli uomini su cui si è investito che le linee politiche seguite si sono rivelati fallimentari.

Non è la prima volta che sorgono dissidi tra dirigenti. Merita di essere ricordato il caso emblematico di Luciano Buonocore, il garante per gli iscritti del partito, che, a pochi giorni dalle elezioni, invitò a votare per il PdL al Senato. Dunque il problema tra i quadri esiste. Sono stati imbarcati troppi vecchi tromboni trombati che hanno fatto il loro tempo e che non hanno nulla di nuovo da dire. Lo stesso Storace dovrebbe fare un passo indietro e dare spazio a Nello MUSUMECI, che è l'unico che può rilanciare il partito. Al Nord, invece, bisogna liquidare i vecchi arnesi alla Pagliarini in favore di BARBARA CIABò, un bell'avvocato che ha dimostrato di saper fare politica con passione e preparazione.

Sul piano più strettamente politico, se La Destra vuole porsi come alternativa al PdL deve invertire, con decisione, la sua rotta. Innanzitutto ponendo fine alle crociate antislamiche cavalcate dalla Santanchè. Sul piano geopolitico è tempo di tornare ad un sano antiamericanismo manifestando solidarietà alla PALESTINA e all'IRAN contro l'aggressione sionista; su quello economico contestare il liberal-capitalismo e la globalizzazione proponendo nuove politiche sociali e nazional-popolari; sul piano culturale respingere ogni spirito borghese per riaffermare il ritorno agli eterni valori di quel pensiero originario di cui una Destra d'opposizione e comunitaria deve farsi portatrice. Solo in tal modo La Destra potrà rilanciarsi e invogliare qualcuno a sostenerla non per amor di retorica. Buontempo e Storace, se non vogliono finire a dare le molliche di pane ai piccioni, devono rimettere le cose al proprio posto.

Devono, cioè, ridare la Destra a chi è di Destra e la Santanchè a Briatore.


Ovviamente rivendicandolo con orgoglio.

Ernest0 Ingenit0

N.B. In foto BARBARA CIABò.

3 commenti:

  1. D'accordo fino in fondo: andiamo avanti e in culo a tutto e tutti.
    Peccato per la santanche, del resto era prevedibile che qualcosa di simile si verificasse a elezioni finite.

    Boia chi molla

    Matteo Cobalto

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