venerdì 16 ottobre 2009

LETTERA GOLIARDICA DI CASA POUND


Con questa lettera goliardica aperta a tutti abbiamo scelto di rispondere col sorriso alle labbra alla campagna di disinformazione, diffamazione e linciaggio intrapresa nei nostri confronti. Siamo estremamente sereni nel respingere tutte le accuse arbitrarie ed infondate, nello sconfessare le pratiche di razzismo e omofobia che ci sono attribuite. Violenza ed intolleranza è da noi subita piuttosto che applicata, ad opera delle stesse persone che invece predicano il contrario.

La verità salterà fuori. Intanto il messaggio che sentiamo di esprimere a chi vorrebbe toglierci agibilità politica è che non ci facciamo intimidire: la nostra presenza in costiera amalfitana, a fronte di un impegno sociale valido e disinteressato, resta immutata e uscirà più forte e radicata da questi tentativi di danneggiarci.



EJA EJA…TRALLALÁ!


Non poteva restare impunito lo scempio atroce che sta attraversando la nostra amata Costa. Fu così che intrepidi paladini della libertà presero l’iniziativa. I nostri Eroi, a imperituro segno del valore, scolpirono le imprese gloriose che ivi provvederemo, quali indegni menestrelli, a decantare. Lo scopo è preservare immuni le Loro gesta nella memoria postera del Popolo e della collettività tutta.

Nazisti, Xeno-omofobi, Razzisti, Pedofili satanisti, massacratori di immigrati, Violenti Teppisti, bestie coprofaghe che osarono impegnarsi nel sociale intralciando le operazioni dell’immobilismo “proletario” e dell’amministrazione Reale …Insomma… Questa masnada di immondi bevitori di sangue, identificati in una precisa organizzazione politica attiva in Costiera Amalfitana, è stata alfine scovata e disarmata grazie al coraggio di fulgidi paradigmi della Resistenza.

Non occorre parlare sulla base di prove concrete, la denuncia giunse comunque, salvifica, a sventare l’oscura minaccia dei battaglioni neri della morte. Il ferocissimo Cobalto, a capo di imberbi ragazzacci squadristi (e forte dell’alleanza col deforme enz a rulett, mostruoso mutante di laboratorio capace di espellere per via anale pestilenziali soluzioni battereologiche antisemite), si annidava nei boschi di località Auriola. Da qui erano pronti a scendere a valle onde instaurare un regime autoritario (con l’appoggio di infiltrati negli ambienti dei vigili urbani). I continui pogrom a danni di ebrei locali verificatisi a Minori (prontamente denunciati da una giornalista australiana di origine israelita che si trovava di passaggio), nonché le lettere anonime al comune allo scopo di alterare lo sviluppo democratico della cittadina (pare inoltre che nelle suddette lettere vi fossero pezzi d’orecchio di svariati senegalesi omosessuali), il vandalismo gratuito caratterizzato da bacheche comunali infrante con uno starnuto e tubi dell’acquedotto divelti con le nude mani al pari dell’incredibile Hulk, l’eversivo clima che cominciavamo a respirare, tra offensivi spettacoli di babbi natali morti, manichini e mummie (in realtà messaggi subliminali appresi dal ku kus klan), lo scempio delle briscole serali nella loro vecchia sede minorese (in realtà le carte da giuoco nascondevano codici cifrati con i quali i giovani preparavano stragi naziste), gli sputi per strada che contenevano antrace, e non ultimo il tentativo dei truci camerati di impiantare un campo di sterminio in località Villamena gestito da efferati quindicenni all’insaputa dei genitori.

Ecco cosa spinse a prendere provvedimenti.

Nella serata di mercoledì 7 Ottobre, che resterà negli annali come nuovo 25 Aprile per tutti i minoresi, Cobalto fu messo a posto. Ecco la versione veritiera ed unica dei fatti, così come diffusa alla popolazione civile.

Mentre Cobalto e i suoi sanguinari amici masticavano frattaglie di un oppositore politico si avvicinò una delegazione pacifica di liberi cittadini e Consiglieri Comunali. Essi, con una palma in mano e una colomba nell’altra, si genuflessero in segno di umiltà e tentarono di farlo ragionare. Ma fu tutto inutile. Furono assaliti dai balordi vandali che li pestarono disumanamente. Invano cercarono come Ghandi di opporsi in maniera non violenta ma subirono la tremenda furia dei fascisti. Solo allora si difesero eroicamente reagendo ai soprusi. Ora i tre moschettier…ops…consiglieri sono ancora scossi dall’evento di inaudita violenza. Il Consigliere Balboa e il consigliere Apollo mantengono il silenzio stampa, coraggio leonino invece trasuda il pacifista Consigliere Ivan Drago, che fedele al motto “Yes we fight” teorizza ora nuove formule di controsquadrismo democratico e afferma. “La dialettica civile non deve fermarsi: continueremo a discuterne sul ring”. Neanche a farlo apposta solidarietà è loro pervenuta dalla stessa giornalista ebreo-australiana che si trovava ancora una volta di passaggio, e soprattutto dall’indefesso capo dei partigiani pogerolesi, che pur non essendo stato presente all’episodio e non avendo iscritti minoresi al suo CLN, non ha dubbi nel prendere posizioni ufficiali contro i nazifascisti.

Ma non basta questo scritto a celebrare la Loro Gloria: ci batteremo affinché un Monumento sigli per l’eternità questa epocale azione contro le forze del male. Semmai dovesse spuntare un fantasma in fez ed orbace dai nostri frigoriferi o scoprissimo lager abusivo tra i giardini di limone, non esiteremmo a chiamare in causa questi difensori a cui tutta la divina è grata e devota.

Come angeli essi vegliano e veglieranno sulla pace e la libertà di questa terra!



W LA LIBBERTÁ!



I membri di Costiera Futurista – Casa Pound Italia

1 commento:

  1. Mi verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere.... ma come a Minori, non SOFIA, l'unico comune dove all'elezioni si è presentata una sola lista, l'amministrazione ha paura di Matteo Cobalto che bello non sarà ma neanche Nosferatu, furbissimo nemmeno, visto il recente pisellaggio che ha subito alle comunali, antisemita e violento, sono affermazioni deliranti, mi viene il dubbio che l'amministrazione non avendo avversari se ne voglia creare uno? a parte tutto esprimo la mia solidarietà a Matteo

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