mercoledì 5 novembre 2008

La colonia celebra il nuovo padrone.

Intanto Carlo Parlanti è detenuto in USA da innocente.

28 minuti su 30 del principale telegiornale italiano sono stati occupati da servizi di gossip apologetici del nuovo presidente di uno stato straniero. E' un dato che la dice lunga sulla serietà dei media nostrani. D'altra parte, è pur vero che Fini, Schifani, Veltroni e tutti i camerieri del parlamento si stanno affannando per attirare a sè le simpatie del nuovo padrone dell'ex prima potenza mondiale. E' evidente che hanno già dimenticato di aver servito per 8 anni la premiata ditta Bush e Cheney, la cui linea è stata sconfitta dal recente risultato elettorale. Almeno oltreoceano, gli elettori hanno avuto la possibilità di prendere definitivamente le distanze dalla politica terroristica di Israele e dall'arroganza dei neocons alla Kagan.

Intanto, mentre i camerieri sono presi dall'operazione simpatia, CARLO PARLANTI è detenuto in un carcere statunitense per un delitto che non ha mai commesso nell'indifferenza della Vitalia, lo stato di cui è cittadino (ma si può essere cittadini di una colonia?).

Tanto più che i media USA stanno insultando gli investigatori italiani per influenzare l'andamento del processo sull'omicidio di Perugia e fare pressioni a favore di Amanda Knox, una delle tante tossicomani venute nella colonia italiana credendo - come tutti gli americani dai tempi della strage impunita del Cermis - di poter fare quello quello che gli pare.

Detto questo, mi fa piacere che OBAMA abbia vinto
(se non altro perchè, almeno per un po', gli esterofili con la kippah daranno meno fastidio del solito. Vero caro Paolo Guzzanti?).

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