tratto da CampaniArrabbiata
Mi riservo di non commentare nel merito la norma "blocca processi" inserita nel pacchetto sicurezza attualmente in discussione e al centro dello scontro tra governo e l'Associazione Nazionale Magistrati. Ciò che, in questa sede, mi interessa è partire dal dato testuale per dimostrare che il Consiglio Superiore della Magistratura - il cui vicepresidente è Nicola MANCINO - esprimendosi su un disegno di legge non ancora approvato, ha travalicato il ruolo che il costituente e il legislatore gli hanno riservato.
A norma dell'art 10, comma 2 della legge 195 del 1958 Il CSM "dà pareri al Ministro sui disegni di legge concernenti l'ordinamento giudiziario", nulla disponendo in ordine all'iniziativa del parere.
Ebbene, la dottrina - attraverso un'interpretazione restrittiva della norma citata - ha distinto due tipi di pareri: quelli richiesti al Consiglio da parte del Ministro competente, ossia ANGELINO ALFANO, e quelli adottati di sua propria iniziativa.Adducendo che il ministro (e non al parlamento) è destinatario dei pareri, la dottrina sostiene che il CONSIGLIO NON PUò RILASCIARE pareri del secondo tipo, ossia che pareri che il ministro non abbia rihiesto.
IL CSM, rivolgendosi al parlamento, ha sostanzialmente dati l'impressione di voler assumere una posizione marcatamente politica, cosa assolutamente non accettabile.
mercoledì 2 luglio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento