sabato 13 settembre 2008

Se alla sinistra (e a Gianstronzo) è rimasto solo l'antifascismo.

I politici, capre ignoranti, fanno a gara di antifascismo celebrando coloro che a porta San Paolo combatterono i tedeschi, ma ignorano che quegli stessi resistenti una settimana dopo aderiranno proprio a quella Repubblica Sociale che tanto biasimano. Lo sanno bene i padri fascisti di Veltroni e D'Alema e il nonno "repubblichino di Franceshini. E anche Gianfranzo Fini, il moralizzatore privo di morale immune, con il lodo Alfano, per qualsiasi reato ma non al suo luogocomunismo.

(Il cuoco di Salò, Francesco DE GREGORI).


ATTENZIONE, POST LUNGO MA RICCO DI VERITà: lettura consigliata solo alle persone con materia grigia.


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di Ernest0 Ingenit0


Potrebbe avere solo esiti comici la lettura della missiva con cui Veltroni si è dimesso dal comitato per il museo della Shoah di Roma, se non si trattasse di un atto tanto patetico quanto indicativo della stupidità che caratterizza i leaders politici nostrani. Ha scritto, infatti, Veltroni: "Ho deciso di presentare le mie dimissioni dal consiglio dopo le dichiarazioni del sindaco Alemanno che mi sono apparse gravissime. Quel tentativo di esprimere un giudizio "doppio" sul fascismo, questa ambiguità non chiarita e anzi se possibile aggravata dalle successive dichiarazioni mi feriscono e mi fanno ritenere impossibile rimanere al mio posto nel comitato presieduto dal sindaco di Roma Alemanno".

Il sindaco di Roma Alemanno, nei giorni scorsi, in un intervista al Corriere da Israele, aveva dichiarato (testuale): " [al fascismo ] vi aderirono molte persone in buona fede e non mi sento di etichettarle con quella definizione[antisemite]. Il male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale. Fu un cedimento al nazismo e al razzismo biologico, che non era nelle corde iniziali del fascismo.

Una dichiarazione, quella di Alemanno, talmente ovvia e scontata - cioè che il fascismo fu un fenomeno complesso dentro cui ci furono anche le leggi razziali - che condividerebbe qualsiasi antifascista con materia grigia ma che, tuttavia, hanno scatenato ugualmente polemiche strumentali perchè, dopo 70 anni, c'è ancora chi impedisce un'analisi storica approfondita e meno elementare sul ventennio fascista.

Veltroni ha dichiarato che non può sedere allo stesso tavolo con Alemanno perchè è un uomo nero, peccato solo che suo padre Vittorio sia stato un cronista dell’Eiar, la mamma della RAI, e che fece addirittura la radiocronista nel ’38 della visita di Hitler a Roma. Radiocronaca entusiastica: tutto il Führer minuto per minuto. E poi fece reportage encomiastici sull’Italia fascista in guerra, e ancora altro.

Immagino che in passato l'imberbe antifascista Veltroni, per coerenza, abbia inviato lettere al padre filohitleriano, dicendo che avrebbe mangiato in cucina e mai al tavolo con lui. Oppure no, perchè Vittorio Veltroni, non appena cadde il fascismo, divenne fervente antifascista per rimanere all'Eiar e, in questo caso, l'antifascismo ha per il segretario PD efficacia retroattiva? Esattamente come per Giuseppe D'Alema, padre di Massimo ed ex segretario provinciale dei Giovani universitari Fascisti e il presidente della repubblica GIORGIO NAPOLITANO.

Ancora più emblematica è la vicenda del nonno di DARIO FRANCESCHINI: avendo aderito alla Repubblica Sociale, non potè tornare a casa per anni per paura di rappresaglie. Tanto che persino la madre di Dario, che in futuro sposerà un ex partigiano cattolico, subì pesanti vessazioni.

Insomma, tutti i protagonisti più accesi delle polemiche di questi giorni hanno avuto, secondo la logica da loro usata, il germe dell'antisemitismo in famiglia e quindi devono disprezzare sè stessi.

Persino le dichiarazioni innocue di Ignazio La Russa, secondo cui, "soggettivamente e "dal loro punto di vista" - quasi fossero stati degli sfigati irresponsabili - anche i combattenti di Salò meritano quanto meno rispetto, sono state strumentalizzate.

Queste dichiarazioni Ignazio le ha rilasciate l'8 settembre a Porta San Paolo a Roma, luogo scelto per celebrare i resistenti che il 10 settembre 1943 si opposero ai tedeschi. Peccato solo che quei valorosi giovani combattenti, 6 giorni dopo, saranno tra i primi ad arruolarsi volontari nell'appena costituita Repubblica Sociale Italiana.

Lo fecero assieme ad altri OTTOCENTOMILA volontari tra i quali ritroviamo nomi illustri:

Raimondo Vianello ("Io non rinnego niente", ha detto nel '98), Giorgio Albertazzi, Dario Fo, Enrico Maria Salerno (trattenuto per 2 anni in un campo di concentramento dopo la fine della guerra perchè non si lasciava "defascistizzare"), Walter Chiari, Gian Maria Volontè, Ugo Tognazzi (Brigata Nera Cremona), Marco Ferreri, Marcello Mastroianni, Hugo Pratt (questa la firma al editore franese nel 1988 "De votre fasciste"), Filippo Tommaso Marinetti, Ezra Pound, Piero Vivarelli, l'ex cronista di "Tutto il calcio minuto per minuto" Enrico Ameri, Gianni Brera, Alida Valli (la Mostra del Cinema di Venezia le negò il premio per il film "Senso" ), Paolo Carlini, Paolo Ferrari, Doris Duranti (amante di Pavolini: "Ho avuto molti uomini, ho amato solo lui!"), Osvaldo Valenti e Luisa Ferida (insieme vissero, insieme vennero fucilati), Nuto Navarrini e Vera Rolli, Gilberto Govi (che dal palcoscenico esortava i giovani ad arruolarsi nella X M.A.S). Persino Eduardo De Filippo e il fratello Peppino (che ancora nel 1972, però, non avrebbe nascosto le proprie simpatie per il M.S.I.).

Se la guerra fosse finita diversamente,l'opera teatrale "Filumena Marturano" magari sarebbe stata presentata da Eduardo come la storia di un'eroina della campagna demografica finita vittima di un borghese opportunista; quanto al film che ne sarebbe stato tratto, avrebbe avuto come protagonista sempre Marcello Mastroianni, come è accaduto per "Matrimonio all'italiana" di Vittorio De Sica...
Proprio De Sica, affermatosi come attore e regista sotto il fascismo, nel dopoguerra costituì un sodalizio artistico d'intonazione populista con l'ex fascista Cesare Zavattini. Secondo le malelingue, invece, dal paesello sarebbe dovuta fuggire nel 1944 una quindicenne che aveva tenuto alto, molto alto il morale di un reparto della Wehrmacht: esule a Roma, Gina Lollobrigida.

Insomma, stiamo parlando del fiore della cultura italiana e non di sprovveduti che "soggettivamente", "dal loro punto di vista", aderirono alla RSI.

Ed è forse, per questo motivo, ancora più triste assistere a polemiche tanto assurde quanto ripetitive. Più passano gli anni e più quell'antifascismo esploso negli anni di piombo diventa acceso, feroce e immotivato.

Se nessuno vuole riproporre il regime fascista, perchè non si cerca di analizzare quel periodo con maggiore scientificità? Persino gli storici, ad esempio quel Villari sempre pronto ad uscire in tv per non dire mai nulla di interessante, sono incapaci di sfuggire alla retorica e alla ovvietà.

Delle parole vuote del campione dell'antifascismo FINI, ormai capace di farsi apprezzare solo quando umilia i suoi, e dei rimproveri ai suoi colonnelli Alemanno e La Russa, gli italiani ne farebbero volentieri a meno.

Ad esempio, a loro interessa sicuramente di più approfondire le dichiarazioni dell'imprenditore della sanità privata Angelini che hanno travolto la giunta regionale di Del Turco in Abruzzo. Infatti Angelini ha ammesso di aver pagato delle tangenti, di cui Fassino era a conoscenza, al partito dell'antifascista Veltroni, e a Forza Italia ed AN, il partito dell'antifascista Fini.

L'antifascismo unirà pure PD e PD+L, ma di certo non è un valore. Almeno nel caso riportato.

A ciò si aggiunga poi, per pura cattiveria, che l'unica passione di Fini è farsi accompagnare, in frode alla legge, dai vigili del fuoco nella riserva marina di Giannutri. L'episodio merita la citazione perchè, se nel caso non trova applicazione il Lodo Alfano, che prevede l'immunità per qualsiasi reato (legibus solutus!) per le 5 cariche istituzionali più importanti e quindi per il presidente della Camera, è solo perchè qui è prevista una sanzione amministrativa e non penale.

Permane, comunque, più di una perplessità sulla legittimità di una legge che, di fatto, autorizza persone come Fini a qualsiasi condotta antisociale.

E non mi riferisco alle sciocchezze che dice...
Quelle, purtroppo, non sono penalmente rilevanti.


Fonti:
"Perdenti di successo" di Maurizio Cabona
"La Grande Bugia" di Giampaolo Pansa
Intervista a Giampaolo Pansa di Luca Telese del 10/9/2008
http://www.corriere.it/politica/08_settembre_07/alemanno_leggi_razziali_b4348268-7c8a-11dd-ba5e-00144f02aabc.shtml
http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=924743
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=286208&page=12

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