i passeggeri trattati come bestie, l'insufficienza dei convogli, la trappola tesa agli ultras, i fanatici non governabili dai capi: TrenItalia è la prima responsabile di quanto accaduto.
Dispiace, per gli incidenti verificatisi ieri alla stazione Termini, non poter commentare la partita delle due squadre più gagliarde e spettacolari del campionato, ma, che per Roma-Napoli sarebbe successo qualcosa, era ampiamente preventivabile.
A tal punto che non si può sorvolare sulla gravissima disorganizzazione di Trenitalia. Solo una settimana fa, infatti, l'osservatorio per le manifestazioni sportive del Viminale aveva concesso, a sorpresa, ai tifosi ospiti di poter partire per l'Olimpico - laddove un anno fa l'ingresso fu consentito ai soli abbonati - così i gruppi, per preparare la partita, hanno deciso di muoversi in treno.
Una scelta obbligata per una trasferta difficile come quella di Roma perchè muoversi con mezzi propri avrebbe significato esporsi isolati agli ultras romanisti. Così, anche nel corso della partita infrasettimanale di Uefa, i gruppi organizzati si sono preoccupati di distribuire allo stadio volantini e di esporre uno striscione in curva B per invitare i tifosi a muoversi in massa in treno.
Senonchè solo venerdì TrenItalia - con una comunicato tardivo che non ha consentito di organizzarsi in altro modo - ha reso noto che non ci sarebbero stati treni speciali nè aggiuntivi rispetto a quelli previsti ogni domenica.
Cosicchè la stazione centrale di Napoli è andata in tilt per il sovraffollamento nei convogli e la confusione tra i viaggiatori comuni e gli ultras. Tanto più che, per i controlli necessari delle forze dell'ordine, l'intercity delle 9 è potuto partire da Napoli solo dopo le 12, ossia con oltre TRE ORE di ritardo. Infatti gli ultras sono giunti all'Olimpico solo a secondo tempo abbondantemente iniziato. Al ritorno la situazione è degenerata e l'intercity per Napoli è potuto partire solo a mezzanotte, anche questo con insopportabile ritardo e gravi disagi per i passeggeri comuni.
I capi ultras, nei giorni scorsi, avevano garantito che avrebbero controllato in prima persona l'andamento della trasferta e che avrebbero cacciato immediatamente i più fanatici. I fatti dimostrano che nemmeno i capi ultras hanno il controllo dei gruppi che credono di gestire, è quindi - a questo punto - diventato problematico capire chi siano gli interlocutori per normalizzare la situazione del tifo a Napoli. Temo che questa galassia sia scivolata verso organizzazioni che hanno tutto l'interesse a tenere occupata la polizia per farsi i fatti propri altrove.
Anche se ora tutti coloro che sono andati in trasferta ieri sono sostanzialmente schedati per aver acquistato i biglietti nominali (a proposito, a 28 euro è un furto!) e la polizia, se vuole, può al prossimo sgarro rinviarli in massa al processo per direttissima con diffide a pioggia. A voler essere cattivi, si potrebbe persino insinuare che gli incidenti sono stati voluti alla prima giornata per levarsi di torno, per tutto il campionato, i più fanatici.
Negli ultimi 7 anni, in coincidenza con l'ascesa della curva A, che raccoglie tutti i gruppi più violenti, e nel momento in cui Gennaro Montuori detto Palummella, capoultras della curva B che era riuscito a riunire tutti i gruppi nel segno di un tifo sano e passionale, è stato cacciato, il tifo napoletano ha subito una profonda mutazione. Si disse che Montuori era pagato dalla società per tenere buoni i più esagitati e non so valutare quanto sia vero, ciò che posso scrivere con certezza è solo che con Montuori il tifo napoletano era tra i più belli ma corretti e civili.
Non è un caso che Montuori si sia dimesso da capo nel 2001, proprio una settimana prima del famoso Napoli-Roma in cui Totti segnò un goal contestatissimo di mano e i giallorossi vinsero lo scudetto dando però un'accelerata ad una rivalità già avviatasi anni prima durante una partita giocatasi il giorno di carnevale e in cui gravi furono gli scontri con la polizia. Io quel giorno, avevo 13 anni, lo ricordo perfettamente: la partita in campo ancora si giocava, mentre in curva A le cariche della polizia cercavano di ristabilire l'ordine. Fuori, tra auto e cassonetti bruciati, gli scontri può cruenti che abbia mai visto. Quel giorno segnò, sostanzialmente, la fine di un modo di intendere un tifo per dare ospitalità ad un altro.
Oggi gli ultras del Napoli - ai quali non sono estranei affiliati dei clan camorristici che creano coas a comando - sono, assieme a quelli della A.S. Roma, i più pericolosi in circolazione e i meno controllabili. Se si vuole intervenire sul serio - evitando le sceneggiate del ministro Maroni - o si creano le condizioni per riorganizzare il tifo, o si sciolgono coattivamente i gruppi.
Nel frattempo consiglio ai viaggiatori di attivarsi contro TrenItalia. Innanzittutto hanno diritto al rimborso integrale del biglietto ed è sufficiente che vadano presso le biglietterie della stazione, poi possono tranquillamente esperire azione di risarcimento danni per i pericoli ai quali le ferrovie dello stato li hanno esposti e per i disagi subiti.
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