lunedì 5 gennaio 2009

W GLI SPAGHETTI CON LE VONGOLE!

La nouvelle cucine, che cosa spettacolare, me ne avevano abbondantemente parlato certi amici, come cosa dalla quale stare attentamente al largo se si aveva a cuore la propria salute, soprattutto quella mentale.
Mi ero sempre ripromesso di apprezzare e seguire tale consiglio, anche perché la nonna mi diceva che “chi lassa a via vecchia pa nova, sape chelle ca perde ma nun sape chelle ca trova”(la traduzione è alla pagina 777 di televideo per i pochi sfortunati non capenti il napoletano).
Mia nonna non aveva studiato molto ma era una donna sicuramente intelligente e, in fatto di cose da mangiare, certamente era nel suo ambiente naturale, se non altro perché aveva un rispetto sacro per il cibo. La ricordo ancora quando, dopo aver finito il pranzo, prima di sparecchiare, raccoglieva dalla tovaglia, spazzandole con il palmo della mano sinistra, tutte le briciole di pane, facendole ricadere nel palmo della mano destra posta a conca. Fatta quest’operazione portava tute quelle briciole velocemente alla bocca, quasi si vergognasse di quel gesto. Secondo quella santa donna-nonna, il pane, anche in briciole, non bisognava mai buttarlo. Come non dare ascolto ai consigli di una donna del genere.
Ebbene, malgrado mi fossi ripromesso di tenermi saggiamente lontano da chi mi proponeva mostruosità quali le tagliatelle alla vaniglia e il riso al curry (ma poi che diavolo sarà mai questo curry?), anche io ieri sera sono caduto in uno di questi ristoranti.
La cena era alle otto e abbiamo iniziato alle nove e mezza, ora alla quale, a casa, ho già cenato da oltre due ore. Per primo mi è stato servita una specie di cremina di ceci che ho gradito, se non altro perché, vista l’ora, mi sarei mangiato anche l’omogenizzato del bambino che era al tavolo vicino.
Evidentemente, visto che la cremina di ceci sembrava fosse piaciuta, dalla cucina sono continuati ad uscire cibi evanescenti, una polentina al formaggio, seguita da un risottino dai colori improbabili e uno spezzatino, almeno quello mi sembrava che fosse, accompagnato da una crema di castagne.
Io ero andato la per mangiare, mica per assistere ad uno spettacolo di arte creativa. Ho guardato sconsolato mia moglie, la quale con una santa pazienza, lei che è veramente innamorata della cucina e che sforna lasagne e pastiere, sembrava sopportare quello spettacolo per amor mio.
Il massimo della serata è stato quando Giggino ha voluto invitare in sala lo chef per ringraziarlo di quelle delizie che ci aveva ammannito.
Ebbene, io auguro di vero cuore, a Giggino, allo chef e, soprattutto, a chi ha organizzato quella serata di fare i soldi a palate e di imbarcarsi per un lungo viaggio in mare. Una costosa crociera durante la quale dovranno essere rifocillati con quelle cremine e quelle polentine che tanto sembrano amare. Cibi così delicati renderanno le loro carni soffici e tenere, in modo che, quando la nave affonderà, perché quella nave dovrà fare naufragio, gli squali potranno cibarsi delle loro tenere membra.
Perché negare agli squali, che pure sono creature di Dio, le delizie della nouvelle cucine?

Daniele Lembo

1 commento:

  1. Oltre agli spaghetti,io direi anche W alla parmigiana e alla pasta e scugniarielli (fagioli borlotti)

    RispondiElimina