martedì 27 gennaio 2009
Giorno della memoria.
24 Gennaio 2009: Costiera Presente!
Eravamo a Napoli per dimostrare, col nostro piccolo contributo, che la destra sociale c'è ed è ancora in gioco. Una festa, la nostra, che rappresenta un segnale forte di presenza, una testimoninaza instancabile di continuità. Contro le caste e contro le mafie, con tutte le nostre energie, senza dubbio e compromesso.
Abbiamo visto un popolo unito che non si è ancora arreso, che per l'ennesima volta si è risollevato e vuole combattere.
I democratici antifascisti avevano preparato delle molotov, hanno aggredito diversi nostri militanti appostandosi tra i vicoli, alcuni giovanissii altri anziani. Hanno cercato ma non ottenuto a tutti i costi lo scontro con una mobilitazione cominciata settimane prima.
Questa la loro risposta, il loro misero tentativo di deleggittimarci, secondo il solito copione: attraverso strategie vigliacche di tensione. Ma dei nostri aggrediti, dei nostri feriti, quelli di sabato come quelli che abbiamo visto da mesi, non un solo tg ha fatto parola.
"Colpa loro" pensa Feltri: sono fascisti....
Il Mattino ha riportato la notizia delle molotov e degli agguati dell'estrema sinistra, specificando tra le tante inesattezze che a schierarsi contro il corteo dei centri sociali e dei "carc" per difendersi da un'eventuale aggressione erano giovani veneti e del lazio. Sbagliato, per la prima volta erano tutti campani: napoli, salerno, caserta, costa d'amalfi...Che sia anche questo un segnale inequivocabile di crescita e radicamento per il nostro territorio.
Il loro "antifascismo militante" inizia a subire i primi seri colpi: è finalmente in stato terminale.
Riportiamo ora le parole di Francesco Storace a termine dell'evento di sabato scorso.
NON CI FERMA PIU' NESSUNO
Grazie a questo meraviglioso popolo de La Destra, grazie a una comunità straordinaria che ha sfilato a migliaia lungo le strade di Napoli, con la voglia di esserci. Nonostante il diluvio… E’ stata una giornata che non vivevo da anni, ho sentito la felicità delle persone, la gioia dei militanti. E quanto erano belle quelle bandiere al vento e le vetrine dei negozi tutte aperte, con i commercianti ad applaudire.
Una giornata indimenticabile, che ha dato una risposta chiara, limpida, della presenza del nostro Movimento. Sono arrivati da tutta Italia per partecipare ad un corteo civile e pacifico, per testimoniare, a Napoli, emblema della crisi sociale e politica italiana, il desiderio di cambiamento di un Paese intero, per dire a gran voce “basta con le mafie e le caste, no all’illegalità, sì alla giustizia sociale”.
Una manifestazione che lasciato il segno e che ho apprezzato per la compostezza e l’entusiasmo dei nostri militanti e simpatizzanti, che non si sono lasciati intimorire da un gruppuscolo di sedicenti antifascisti di estrema sinistra, che hanno cercato di rovinarci la festa. Senza riuscirci, però, grazie anche alle corpose misure di sicurezza adottate dalle forze dell’ordine lungo il percorso e che, a un certo punto, hanno impedito che i due cortei venissero a contatto.
Striscioni, slogan, canti hanno fatto da cornice ad una sfilata gioiosa e convinta, partita da piazza Mancini e scandita dai cori di Gioventù Italiana, che ha dimostrato di essere fortemente motivata.Uno striscione, in testa al corteo, diceva “Contro la corruzione, povera Patria mia, alzati e combatti”.
Vedere migliaia di militanti de La Destra, impassibili sotto una pioggia inclemente, è stato un segnale di straordinaria vitalità del partito. Un partito ancora giovane e sicuramente con pochi mezzi a disposizione, ma la manifestazione in terra campana ha segnato una svolta, un cambio di passo, La Destra c’è.
La sinistra radicale, invece, ha provato a giocare duro, provocando e cercando lo scontro in più occasioni. Le tre molotov, due ritrovate in uno zainetto abbandonato e l’altra lanciata verso i nostri ragazzi sono il frutto di questo odio senza senso, che ha comunque partorito due feriti, due militanti de La Destra aggrediti a bottigliate al termine della manifestazione, uno colpito alla testa – dieci punti di sutura - e l’altro al volto e finiti quindi all’ospedale.Insieme al presidente Buontempo sono andato a trovarli, ma i ragazzi sono già in condizione di riprendere a combattere la nostra battaglia.
Purtroppo ci sono in giro delinquenti che ci hanno provocato da settimane e che hanno cercato di impedire la nostra sfilata tra le vie di una città bellissima e piena di calore come Napoli. Ma noi abbiamo mantenuto i nervi saldi e siamo entusiasti per la riuscita della manifestazione. Bisogna voltare pagina.
Da Napoli abbiamo lanciato il nostro segnale di riscossa, chiedendo le dimissioni di Bassolino e della Iervolino, contro le mafie e la casta politica, riconfermando la presenza ad europee e amministrative, per trasformare le elezioni europee in un referendum sul trattato di Lisbona, che nega la sovranità ai popoli e riduce i diritti sociali e candidandoci a raccogliere pezzi di elettorato deluso da An e dal PdL.
Una “prova di forza” riuscita, per dire con orgoglio “non ci ferma più nessuno”.
Una giornata indimenticabile, che ha dato una risposta chiara, limpida, della presenza del nostro Movimento. Sono arrivati da tutta Italia per partecipare ad un corteo civile e pacifico, per testimoniare, a Napoli, emblema della crisi sociale e politica italiana, il desiderio di cambiamento di un Paese intero, per dire a gran voce “basta con le mafie e le caste, no all’illegalità, sì alla giustizia sociale”.
Una manifestazione che lasciato il segno e che ho apprezzato per la compostezza e l’entusiasmo dei nostri militanti e simpatizzanti, che non si sono lasciati intimorire da un gruppuscolo di sedicenti antifascisti di estrema sinistra, che hanno cercato di rovinarci la festa. Senza riuscirci, però, grazie anche alle corpose misure di sicurezza adottate dalle forze dell’ordine lungo il percorso e che, a un certo punto, hanno impedito che i due cortei venissero a contatto.
Striscioni, slogan, canti hanno fatto da cornice ad una sfilata gioiosa e convinta, partita da piazza Mancini e scandita dai cori di Gioventù Italiana, che ha dimostrato di essere fortemente motivata.Uno striscione, in testa al corteo, diceva “Contro la corruzione, povera Patria mia, alzati e combatti”.
Vedere migliaia di militanti de La Destra, impassibili sotto una pioggia inclemente, è stato un segnale di straordinaria vitalità del partito. Un partito ancora giovane e sicuramente con pochi mezzi a disposizione, ma la manifestazione in terra campana ha segnato una svolta, un cambio di passo, La Destra c’è.
La sinistra radicale, invece, ha provato a giocare duro, provocando e cercando lo scontro in più occasioni. Le tre molotov, due ritrovate in uno zainetto abbandonato e l’altra lanciata verso i nostri ragazzi sono il frutto di questo odio senza senso, che ha comunque partorito due feriti, due militanti de La Destra aggrediti a bottigliate al termine della manifestazione, uno colpito alla testa – dieci punti di sutura - e l’altro al volto e finiti quindi all’ospedale.Insieme al presidente Buontempo sono andato a trovarli, ma i ragazzi sono già in condizione di riprendere a combattere la nostra battaglia.
Purtroppo ci sono in giro delinquenti che ci hanno provocato da settimane e che hanno cercato di impedire la nostra sfilata tra le vie di una città bellissima e piena di calore come Napoli. Ma noi abbiamo mantenuto i nervi saldi e siamo entusiasti per la riuscita della manifestazione. Bisogna voltare pagina.
Da Napoli abbiamo lanciato il nostro segnale di riscossa, chiedendo le dimissioni di Bassolino e della Iervolino, contro le mafie e la casta politica, riconfermando la presenza ad europee e amministrative, per trasformare le elezioni europee in un referendum sul trattato di Lisbona, che nega la sovranità ai popoli e riduce i diritti sociali e candidandoci a raccogliere pezzi di elettorato deluso da An e dal PdL.
Una “prova di forza” riuscita, per dire con orgoglio “non ci ferma più nessuno”.
domenica 25 gennaio 2009
24 gennaio 2009 napoli corteo nazionale de la destra
Il 24 dicembre a Napoli il nucleo di costiera futurisa a cui aderiscono ragazzi sia di casapound italia che del partito La Destra era in prima linea , a fianco della popolazione a manifestare contro la camorra e le istituzioni rosse che da anni governano in malo modo città provincia e regione.
Gli antifa che da giorni promettevano di non permetterci di sfilare, non si so visti nemmeno da lontano, probabilmente non avevano le palle di sfidare la meglio gioventù campana, infatti si so accontentati di aggredire due vecchietti che si stavano ritirando a casa a corteo finito, come sempre una sola frase mi passa per la mente SIAM LEONI CONTRI IENE
venerdì 23 gennaio 2009
NAPOLI: 5 FONTANE TINTE DI ROSSO IN CENTRO, RIVENDICA L'AZIONE L'ESTREMA DESTRA
NAPOLI - Fontane napoletane con l'acqua tinta di rosso scuro, rosso sangue, come due anni fa accadde al fontanone di Trevi a Roma, colorato da Graziano Cecchini, definitosi di destra e artista neofuturista. Nel caso partenopeo l'azione dimostrativa è stata messa in atto, nottetempo, da un gruppo di estrema destra, Cuib Napoli - sigla che fa riferimento ad alcuni circoli di estrema destra afferenti a Forza Nuova - che ha «colpito» la fontana del carciofo in piazza Trieste e Trento e le quattro grandi fontane di piazza Municipio a Napoli. Nell'acqua rubiconda sono stati gettati volantini, sequestrati dalla Digos: alcuni di questi fogli restano ancora a galla nella fontana e attirano i curiosi. Sui volantini, protetti da buste di plastica per renderli leggibili nell’acqua, c’è la scritta «Operazione piombo fuso», ovvero l'offensiva israeliana a Gaza, e la parola «Palestina», accanto a una grande croce celtica.
RICORDANO I MORTI DI «PIOMBO FUSO» - Anche nelle quattro vasche di piazza Municipio, come detto, galleggiano decine di volantini con la stessa firma. Il manifesto recita: «27 dicembre 2008-18 gennaio 2009, Palestina - Operazione «Piombo fuso», 1203 morti, 5300 feriti. Il mondo è rimasto a guardare sull’orlo della fossa seduto». Sul bordo della fontana del carciofo sono state lasciate anche alcune boccette con madretinta rossa, utilizzate per l'azione dimostrativa.
NEL 2007 A ROMA - Nel 2007 la medesima sorte toccò alla fontana di Trevi. L'acqua divenne rosso pomodoro in pieno giorno. Tra lo stupore dei turisti infatti un uomo, venuto allo scoperto in seguito, Graziano Cecchini, lanciò tintura vermiglia con un secchio. Lo specchio d'acqua si colorò immediatamente. Il gesto venne rivendicato con un volantino in ciclostile, simile a quelli lasciati a mollo oggi nelle fontane di Napoli, a firma «Azione Futurista», il cui contenuto venne subito ritenuto dalla Digos riferibile ad ambienti della destra extraparlamentare. Storia identica sotto il Vesuvio, dove però la sigla è esplicita «Cuib», riconducibile agli ambienti di Forza Nuova.
ANCHE AL VOMERO - Anche l’acqua della fontana di Ernesto Tatafiore in via Scarlatti, nel quartiere collinare del Vomero, è stata colorata di rosso.
fonte
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/23-gennaio-2009/fontana-carciofo-come-trevi-tinta-rosso-estrema-destra-150924297362.shtml
RICORDANO I MORTI DI «PIOMBO FUSO» - Anche nelle quattro vasche di piazza Municipio, come detto, galleggiano decine di volantini con la stessa firma. Il manifesto recita: «27 dicembre 2008-18 gennaio 2009, Palestina - Operazione «Piombo fuso», 1203 morti, 5300 feriti. Il mondo è rimasto a guardare sull’orlo della fossa seduto». Sul bordo della fontana del carciofo sono state lasciate anche alcune boccette con madretinta rossa, utilizzate per l'azione dimostrativa.
NEL 2007 A ROMA - Nel 2007 la medesima sorte toccò alla fontana di Trevi. L'acqua divenne rosso pomodoro in pieno giorno. Tra lo stupore dei turisti infatti un uomo, venuto allo scoperto in seguito, Graziano Cecchini, lanciò tintura vermiglia con un secchio. Lo specchio d'acqua si colorò immediatamente. Il gesto venne rivendicato con un volantino in ciclostile, simile a quelli lasciati a mollo oggi nelle fontane di Napoli, a firma «Azione Futurista», il cui contenuto venne subito ritenuto dalla Digos riferibile ad ambienti della destra extraparlamentare. Storia identica sotto il Vesuvio, dove però la sigla è esplicita «Cuib», riconducibile agli ambienti di Forza Nuova.
ANCHE AL VOMERO - Anche l’acqua della fontana di Ernesto Tatafiore in via Scarlatti, nel quartiere collinare del Vomero, è stata colorata di rosso.
fonte
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/23-gennaio-2009/fontana-carciofo-come-trevi-tinta-rosso-estrema-destra-150924297362.shtml
giovedì 22 gennaio 2009
FRIDOLIN VON SENGER UND ETTERLIN
FRIDOLIN VON SENGER UND ETTERLIN
Un uomo, un generale.
Un uomo, un generale.
A cura di Giuseppe Trulli
Recensione a cura di Daniele Lembo
Recensione a cura di Daniele Lembo
Gli italiani sono un popolo di “santi, poeti e navigatori” ma, soprattutto, sono un popolo di scrittori. Sfido chiunque a non tirare fuori dal cassetto un romanzo, una raccolta di novelle o anche solo, Dio ce ne scansi e liberi, una raccolta di poesie scritte in gioventù. Il Bel Paese è la Patria della carta stampata male, scritta peggio e non letta da nessuno. In un mare di carta che spesso passa dalle rotative al macero, senza neanche transitare dal lettore, di tanto in tanto viene prodotto qualche lavoro di pregio al quale vale la pena di dedicare qualche ora del proprio tempo.
Uno di questi è sicuramente “FRIDOLIN VON SENGER UND ETTERLIN”, a cura di Giuseppe Trulli”.
Si tratta di un’opera particolare, in quanto il curatore ha voluto rendere omaggio al generale Fridolin Von Senger Und Etterlin raccogliendo, in un corpo unico, le note autobiografiche contenute nel volume “Krieg in Europa” scritto dallo stesso generale tedesco. Libro quest’ultimo che, benché sia stato tradotto in italiano da Giorgio Cuzzelli con il titolo di “Combattere senza paura e senza speranza”, è praticamente introvabile. Il curatore dell’opera ha fatto un’opera intelligente in quanto, estrapolando le parti di interesse dal libro citato, ha creato una sorta di florilegio con il quale fornisce un preciso e chiaro quadro del generale tedesco, prima come uomo e poi come militare. Chiaramente, l’opera si avvale anche di altro materiale, come la corrispondenza intrattenuta dal Von Senger con un cittadino italiano di Veroli.
L’opera di centinaia di giornalisti, studiosi e storici, che pur dovevano mangiare, asserviti agli interessi di una storia di regime, più vicina alla mitologia che alla Storia vera e propria, ha creato nell’immaginario collettivo degli italiani, una figura completamente falsata del soldato tedesco nella seconda guerra mondiale. L’iconografia mendace del militare germanico, creata ad arte da sessant’anni di storiografia resistenzialista e antifascista, è quella di un soldato senza anima, senza cuore, devoto unicamente ad Hitler e alla guerra. Una macchina da guerra incapace di sentimenti e di passioni. Dal volume di Trulli ne esce un’immagine di soldato completamente differente da quella citata e tale da mettere in seria crisi anni di menzogne.
Il Generale Von Senger è un uomo di chiesa, un cattolico convinto, pur senza essere una ranocchia d’acquasantiera. Nello stesso tempo, è un uomo d’arme che vive in prima linea con i suoi uomini e ne soffre le stesse pene. Sarà lui steso a scrivere “Le sofferenze della truppa mi davano il malessere”. Un soldato che spende la sua esistenza tra la fede religiosa e la trincea e che è un innamorato del bello e dell’arte. Egli trova nella musica classica il refrigerio per l’animo, anche durante la battaglia, e ama l’Italia che è terra ricca di tesori d’arte e di capolavori architettonici.
Impiegato sul fronte francese, su quello russo e, per finire, su quello italiano, Von Senger dimostrerà di non essere solo un esteta, ma anche uno stratega di grande caratura. A Montecassino ferma per mesi gli Alleati che avanzano lungo la Penisola e che, fino a quel momento, sembrano essere penetrati come una lama rovente nel burro.
Per molti Fridolin Von Senger Und Etterlin è solamente l’uomo che, dopo aver fatto tutto ciò che gli era possibile per evitare che gli anglomericani distruggessero l’abbazia di Montecasino, fece in modo che i tesori dell’abbazia, specialmente quelli della biblioteca, fossero messi in salvo. In realtà, se quelle opere di valore inestimabile furono preservate, nella loro salvezza ebbe parte anche il generale Kesselring, ma anche ufficiali più modesti come il ten. col. Schlegel. Il grosso merito di Von Senger, nella tutela dei beni di Montecasino fu un altro e leggendo il libro il lettore lo scoprirà.
Pochi sanno, invece, che Von Senger Und Etterlin fu un convinto antihitleriano. Pur non amando l’uomo che era allora al potere in Germania, da militare quale era fece tutto il suo dovere fino in fondo, anteponendo la lealtà alla sua Patria ai suoi sentimenti politici. Ebbe però coraggio ed animo di ribellarsi agli ordini di Hitler, quando questi gli parvero contrari al rispetto dei diritti umani. Alla data dell’otto settembre 1943, era in Corsica e avendo ricevuto ordine di fucilare duecento ufficiali italiani che avevano preso le armi contro i tedeschi si rifiutò di farlo. In quel momento, il suo compito era quello di traghettare le sue truppe in salvo fino in Italia e fu quello che fece ottimamente. Stranamente, Hitler non prese provvedimenti nei suoi confronti, ma si complimentò, invece, per il riuscitissimo sgombero della Corsica “manovra attuata con una perfezione quale nessuno poteva aspettarsi”.
In chiusura è bene ripetere, affinché al lettore sia chiaro che, grazie al libro di Trulli, si scopre un soldato tedesco completamente nuovo. Un cavaliere medioevale che si oppone all’avanzata dei barbari lungo la Penisola. Un uomo d’arme, appassionato d’arte, che mette al sicuro i tesori della sua cultura, la cultura della civiltà europea insidiata dal selvaggio proveniente d’oltremare e che avanza. Purtroppo, il barbaro vincerà la guerra e sarà poi lo stesso selvaggio a poter raccontare i fatti sui libri di storia. Trulli, con il suo lavoro, rimette finalmente un po’ in ordine i fatti storici, servendo la verità storica, anziché la verità di parte.
Sfortunatamente, il volume in questione è stato edito dallo steso curatore, in un numero limitato di copie. Un’opera del genere, almeno dal punto di vista editoriale, avrebbe sicuramente meritato molto di più.
Uno di questi è sicuramente “FRIDOLIN VON SENGER UND ETTERLIN”, a cura di Giuseppe Trulli”.
Si tratta di un’opera particolare, in quanto il curatore ha voluto rendere omaggio al generale Fridolin Von Senger Und Etterlin raccogliendo, in un corpo unico, le note autobiografiche contenute nel volume “Krieg in Europa” scritto dallo stesso generale tedesco. Libro quest’ultimo che, benché sia stato tradotto in italiano da Giorgio Cuzzelli con il titolo di “Combattere senza paura e senza speranza”, è praticamente introvabile. Il curatore dell’opera ha fatto un’opera intelligente in quanto, estrapolando le parti di interesse dal libro citato, ha creato una sorta di florilegio con il quale fornisce un preciso e chiaro quadro del generale tedesco, prima come uomo e poi come militare. Chiaramente, l’opera si avvale anche di altro materiale, come la corrispondenza intrattenuta dal Von Senger con un cittadino italiano di Veroli.
L’opera di centinaia di giornalisti, studiosi e storici, che pur dovevano mangiare, asserviti agli interessi di una storia di regime, più vicina alla mitologia che alla Storia vera e propria, ha creato nell’immaginario collettivo degli italiani, una figura completamente falsata del soldato tedesco nella seconda guerra mondiale. L’iconografia mendace del militare germanico, creata ad arte da sessant’anni di storiografia resistenzialista e antifascista, è quella di un soldato senza anima, senza cuore, devoto unicamente ad Hitler e alla guerra. Una macchina da guerra incapace di sentimenti e di passioni. Dal volume di Trulli ne esce un’immagine di soldato completamente differente da quella citata e tale da mettere in seria crisi anni di menzogne.
Il Generale Von Senger è un uomo di chiesa, un cattolico convinto, pur senza essere una ranocchia d’acquasantiera. Nello stesso tempo, è un uomo d’arme che vive in prima linea con i suoi uomini e ne soffre le stesse pene. Sarà lui steso a scrivere “Le sofferenze della truppa mi davano il malessere”. Un soldato che spende la sua esistenza tra la fede religiosa e la trincea e che è un innamorato del bello e dell’arte. Egli trova nella musica classica il refrigerio per l’animo, anche durante la battaglia, e ama l’Italia che è terra ricca di tesori d’arte e di capolavori architettonici.
Impiegato sul fronte francese, su quello russo e, per finire, su quello italiano, Von Senger dimostrerà di non essere solo un esteta, ma anche uno stratega di grande caratura. A Montecassino ferma per mesi gli Alleati che avanzano lungo la Penisola e che, fino a quel momento, sembrano essere penetrati come una lama rovente nel burro.
Per molti Fridolin Von Senger Und Etterlin è solamente l’uomo che, dopo aver fatto tutto ciò che gli era possibile per evitare che gli anglomericani distruggessero l’abbazia di Montecasino, fece in modo che i tesori dell’abbazia, specialmente quelli della biblioteca, fossero messi in salvo. In realtà, se quelle opere di valore inestimabile furono preservate, nella loro salvezza ebbe parte anche il generale Kesselring, ma anche ufficiali più modesti come il ten. col. Schlegel. Il grosso merito di Von Senger, nella tutela dei beni di Montecasino fu un altro e leggendo il libro il lettore lo scoprirà.
Pochi sanno, invece, che Von Senger Und Etterlin fu un convinto antihitleriano. Pur non amando l’uomo che era allora al potere in Germania, da militare quale era fece tutto il suo dovere fino in fondo, anteponendo la lealtà alla sua Patria ai suoi sentimenti politici. Ebbe però coraggio ed animo di ribellarsi agli ordini di Hitler, quando questi gli parvero contrari al rispetto dei diritti umani. Alla data dell’otto settembre 1943, era in Corsica e avendo ricevuto ordine di fucilare duecento ufficiali italiani che avevano preso le armi contro i tedeschi si rifiutò di farlo. In quel momento, il suo compito era quello di traghettare le sue truppe in salvo fino in Italia e fu quello che fece ottimamente. Stranamente, Hitler non prese provvedimenti nei suoi confronti, ma si complimentò, invece, per il riuscitissimo sgombero della Corsica “manovra attuata con una perfezione quale nessuno poteva aspettarsi”.
In chiusura è bene ripetere, affinché al lettore sia chiaro che, grazie al libro di Trulli, si scopre un soldato tedesco completamente nuovo. Un cavaliere medioevale che si oppone all’avanzata dei barbari lungo la Penisola. Un uomo d’arme, appassionato d’arte, che mette al sicuro i tesori della sua cultura, la cultura della civiltà europea insidiata dal selvaggio proveniente d’oltremare e che avanza. Purtroppo, il barbaro vincerà la guerra e sarà poi lo stesso selvaggio a poter raccontare i fatti sui libri di storia. Trulli, con il suo lavoro, rimette finalmente un po’ in ordine i fatti storici, servendo la verità storica, anziché la verità di parte.
Sfortunatamente, il volume in questione è stato edito dallo steso curatore, in un numero limitato di copie. Un’opera del genere, almeno dal punto di vista editoriale, avrebbe sicuramente meritato molto di più.
Daniele Lembo
mercoledì 21 gennaio 2009
I comunisti stanno con i camorristi.
Sabato, a Napoli, ci sarà un corteo «contro mafie e caste, per la legalità e la giustizia sociale» organizzato da La Destra e con la partecipazione del segretario nazionale del partito, Francesco Storace. Alla stessa ora, e con la possibilità di incrociarsi lungo lo stesso percorso, è stata annunciata una controsfilata da parte di manifestanti che si riconoscono nell’associazione degli antirazzisti e antifascisti napoletani. L’appuntamento della manifestazione de La Destra è per le 15, in piazza Mancini, nei pressi della Stazione centrale. Il corteo si snoderà per le strade del centro fino a piazza Municipio dove ci sarà il comizio del segretario FRANCESCO STORACE.
In conclusione, mentre la DESTRA manifesta contro la camorra, i compagni napoletani sfilano contro chi la camorra la combatte. Evidentemente chi li manovra, sa come usare i burattini...ah ah ah!
In conclusione, mentre la DESTRA manifesta contro la camorra, i compagni napoletani sfilano contro chi la camorra la combatte. Evidentemente chi li manovra, sa come usare i burattini...ah ah ah!
lunedì 19 gennaio 2009
Straniero tenta di rubare bambino
Questa mattina a Pagani, D. F., ivi residente, casalinga, coniugata, ha denunciato ai Carabinieri della locale Tenenza, che poco prima, all’interno della propria abitazione, un extracomunitario ha tentato di prelevare il proprio figlio Benedetto di sei mesi, mentre era nel passeggino. L’inaspettata reazione della vittima, ha messo in fuga l’individuo. L’Autorità Giudiziaria è stata informata dalla Tenenza Carabinieri di Pagani che procede.Statura media, carnagione scura, capelli neri, non più di trent’anni di età e con indosso un giubbotto nero. E’ questo l’identikit dell’uomo che ha fornito ai carabinieri la 41enne casalinga di Pagani che ha denunciato il tentato rapimento del figlio, mentre erano in casa.La donna, ai carabinieri, ha dichiarato di aver visto l’uomo spostare il passeggino con all’interno il bambino. Da qui la sensazione che l’obiettivo del malvivente fosse proprio il piccolo. L’uomo è entrato nell’appartamento attraverso la porta d’ingresso che non era stata chiusa a chiave. Il volto dell’uomo è rimasto impresso nella mente della 41enne che ha fornito l’identikit.In queste ore setacciati i campi rom del napoletano, ma anche numerosi ritrovi di zingari nell’agro sarnese nocerino.
COMUNICATO STAMPA UFFICIALE CARABINIERI NOCERA
COMUNICATO STAMPA UFFICIALE CARABINIERI NOCERA
Informazione e deformazione
Con questo post vogliamo solo far notare alcune tecniche utilizzate dai media per sostenere la parte che in Italia i gruppi di potere sostengono e per preparare l'opinione pubblica.
BOMBARDAMENTO DELLA SEDE GIORNALISTICA INTERNAZIONALE E UCCISIONE DI UN OPERATORE ONU DURANTE IL CESSATE IL FUOCO, ENTRAMBE AD OPERA DELL'ESERCITO ISRAELIANO I telegiornali ne hanno parlato, en passant, in quarta o quinta notizia mentre fino al giorno prima, e dal giorno dopo, la questione di Gaza era in focus
"SCOPERTA" DI CENTINAIA E CENTINAIA DI CADAVERI PALESTINESI SOTTO LE MACERIE Alla vigilia del reportage ai telegiornali è stata data la seguente notizia: "Si sta per raggiungere una tregua".Il giorno seguente, senza che si fosse raggiunta alcuna tregua ma dandola per scontata (riflessi condizionati dell'informazione precedente) il servizio è iniziato così:"Hamas rompe la tregua e lancia missili". E poi: "Centinaia di palestinesi sotto le macerie". Nei riflessi condizionati le vittime palestinesi le avrebbe fatte Hamas con i suoi missili e durante una tregua...
Questo è solo uno dei tanti esempi di come l'informazione viene deviata a uso e consumo delle potenti lobby.
BOMBARDAMENTO DELLA SEDE GIORNALISTICA INTERNAZIONALE E UCCISIONE DI UN OPERATORE ONU DURANTE IL CESSATE IL FUOCO, ENTRAMBE AD OPERA DELL'ESERCITO ISRAELIANO I telegiornali ne hanno parlato, en passant, in quarta o quinta notizia mentre fino al giorno prima, e dal giorno dopo, la questione di Gaza era in focus
"SCOPERTA" DI CENTINAIA E CENTINAIA DI CADAVERI PALESTINESI SOTTO LE MACERIE Alla vigilia del reportage ai telegiornali è stata data la seguente notizia: "Si sta per raggiungere una tregua".Il giorno seguente, senza che si fosse raggiunta alcuna tregua ma dandola per scontata (riflessi condizionati dell'informazione precedente) il servizio è iniziato così:"Hamas rompe la tregua e lancia missili". E poi: "Centinaia di palestinesi sotto le macerie". Nei riflessi condizionati le vittime palestinesi le avrebbe fatte Hamas con i suoi missili e durante una tregua...
Questo è solo uno dei tanti esempi di come l'informazione viene deviata a uso e consumo delle potenti lobby.
martedì 13 gennaio 2009
signor no monsignore...
tratto da positanonews.it
Amalfi: La Destra attacca la Curia Arcivescovile
Amalfi: La Destra attacca la Curia Arcivescovile
È stato diffuso in mattinata ad Amalfi il manifesto polemico che si scaglia nei confronti della Curia Arcivescovile e dell´amministrazione comunale amalfitana, in merito alla delibera del Dicembre 2008 in cui vengono gratuitamente assegnati ulteriori 3 posti in Piazza Municipio riservati alla Curia. Diventano così 4 i posti che occupa la chiesa locale nonostante il cronico problema sosta auto per i cittadini amalfitani. La polemica si sofferma nell´ osservare che tali posti (in teoria riservati per particolari eventi religiosi) siano, a quanto pare, concessi quotidianamente ad alcuni beneficiari, "eletti "dall´arbitrario giudizio della Curia".
"Sebbene il testo del manifesto si connoti di toni forti, l´intenzione non è certo quella di alimentare polemiche sterili, tanto meno di inveire o accusare, ma solo di stimolare la popolazione a prendere piena coscienza di un abuso, dei soliti privilegi di fronte ai quali non si può sempre e solo porgere l´altra guancia” afferma il firmatario del documento Matteo Cobalto, coordinatore La Destra costa d´Amalfi.
Il testo integrale del manifesto è qui di seguito riportato
DOBBIAMO PRENDERLO IN CURIA?
Quella dei posti auto è una delle più gravi e irrisolte problematiche di Amalfi...D´accordo sulle opere pubbliche che arriveranno (quando arriveranno), ma vi sembra accettabile che in un simile contesto, ammessa pure la condizione temporanea, in Piazza Municipio ben 4 posti ( e sottolineo 4 posti) vengano sottratti ai comuni cittadini per passare alle gestione diretta ed insindacabile della Curia?
La delibera comunale 198 del 5/12/08 infatti stabilisce che vengano riservati alla Curia Arcivescovile altri 3 posti oltre a quello già riservato in precedenza, ritenuto secondo una nota della Società Amalfi Mobilità “Assolutamente insufficiente alle esigenze della chiesa locale”. Da notare l´immediata solerzia con la quale si è provveduti a rendere eseguibile la deliberazione, dato che, sempre secondo la suddetta nota, occorre “evitare possibili disguidi”.
All´Ufficio Mobilità, dove in teoria andrebbe ritirato il contrassegno che autorizza la sosta, mi spiegano che quest´ultimo può essere rilasciato solo ad “Autorità religiose e militari” nel corso di manifestazione e/o eventi, previa ovviamente la concessione della famosa Curia.
Sono motivazioni valide a giustificare l´occupazione permanente di 4 posti? Anche se fosse la realtà più triste è che questi posti sono utilizzati quotidianamente e non certo da autorità, ma forse da “eletti” del nostro esemplare prelato (basta farsi una passeggiata in loco per verificare personalmente). In sintesi: suolo pubblico che diventa proprietà della Curia, la quale ne dispone arbitrariamente alla faccia dei cittadini, tra i quali, a suo piacimento, stabilisce quali “privilegiati” possano usufruirne.
Altro che cristianità, questo è medioevo… Questo è abuso e sopruso nei confronti della comunità! Non bastano i privilegi di cui già godono ampiamente? Potranno mai i soliti poveri, quelli che pagano e ringraziano per multe assurde, porgere l´altra guancia?
In linea di principio tutto ciò è inammissibile ma nessuno parla, nessuno si scompone o si schiera (neanche i comunisti mangiapreti) …
Semplice: a nessuno conviene!
Ma noi diciamo la nostra e non ce ne frega niente, dato che non abbiamo nessun interesse da difendere e dato che, per deformazione personale, non amiamo prenderlo in cuRia (il contrassegno…si intende).
L´invito rivolto ai cittadini (sebbene quest´appello resterà inascoltato o addirittura criticato) è di non fare spallucce, di non chiudere gli occhi alla realtà e magari di non esitare nel ribellarsi a certe ingiustizie.
Con rispetto.
Matteo Cobalto
Coordinatore La Destra Costiera Amalfitana
"Sebbene il testo del manifesto si connoti di toni forti, l´intenzione non è certo quella di alimentare polemiche sterili, tanto meno di inveire o accusare, ma solo di stimolare la popolazione a prendere piena coscienza di un abuso, dei soliti privilegi di fronte ai quali non si può sempre e solo porgere l´altra guancia” afferma il firmatario del documento Matteo Cobalto, coordinatore La Destra costa d´Amalfi.
Il testo integrale del manifesto è qui di seguito riportato
DOBBIAMO PRENDERLO IN CURIA?
Quella dei posti auto è una delle più gravi e irrisolte problematiche di Amalfi...D´accordo sulle opere pubbliche che arriveranno (quando arriveranno), ma vi sembra accettabile che in un simile contesto, ammessa pure la condizione temporanea, in Piazza Municipio ben 4 posti ( e sottolineo 4 posti) vengano sottratti ai comuni cittadini per passare alle gestione diretta ed insindacabile della Curia?
La delibera comunale 198 del 5/12/08 infatti stabilisce che vengano riservati alla Curia Arcivescovile altri 3 posti oltre a quello già riservato in precedenza, ritenuto secondo una nota della Società Amalfi Mobilità “Assolutamente insufficiente alle esigenze della chiesa locale”. Da notare l´immediata solerzia con la quale si è provveduti a rendere eseguibile la deliberazione, dato che, sempre secondo la suddetta nota, occorre “evitare possibili disguidi”.
All´Ufficio Mobilità, dove in teoria andrebbe ritirato il contrassegno che autorizza la sosta, mi spiegano che quest´ultimo può essere rilasciato solo ad “Autorità religiose e militari” nel corso di manifestazione e/o eventi, previa ovviamente la concessione della famosa Curia.
Sono motivazioni valide a giustificare l´occupazione permanente di 4 posti? Anche se fosse la realtà più triste è che questi posti sono utilizzati quotidianamente e non certo da autorità, ma forse da “eletti” del nostro esemplare prelato (basta farsi una passeggiata in loco per verificare personalmente). In sintesi: suolo pubblico che diventa proprietà della Curia, la quale ne dispone arbitrariamente alla faccia dei cittadini, tra i quali, a suo piacimento, stabilisce quali “privilegiati” possano usufruirne.
Altro che cristianità, questo è medioevo… Questo è abuso e sopruso nei confronti della comunità! Non bastano i privilegi di cui già godono ampiamente? Potranno mai i soliti poveri, quelli che pagano e ringraziano per multe assurde, porgere l´altra guancia?
In linea di principio tutto ciò è inammissibile ma nessuno parla, nessuno si scompone o si schiera (neanche i comunisti mangiapreti) …
Semplice: a nessuno conviene!
Ma noi diciamo la nostra e non ce ne frega niente, dato che non abbiamo nessun interesse da difendere e dato che, per deformazione personale, non amiamo prenderlo in cuRia (il contrassegno…si intende).
L´invito rivolto ai cittadini (sebbene quest´appello resterà inascoltato o addirittura criticato) è di non fare spallucce, di non chiudere gli occhi alla realtà e magari di non esitare nel ribellarsi a certe ingiustizie.
Con rispetto.
Matteo Cobalto
Coordinatore La Destra Costiera Amalfitana
sabato 10 gennaio 2009
giovedì 8 gennaio 2009
mercoledì 7 gennaio 2009
Non tutti stanno a guardare
CARACAS - Epsulso dal Venezuela l'ambasciatore israeliano come protesta all'offensiva nella Striscia di Gaza. L'annuncio e' stato dato dal minsitro degli esteri di Caracas con una nota ripresa dalla televisione di stato. Poco prima il presidente venezuelano Hugo Chavez aveva chiesto alla comunista' ebrea nel paese di condannare le azioni militari di Israele.
GRAZIE, PRESIDENTE!
Non tutti prendono ordini dagli eredi di Erode.
GRAZIE, PRESIDENTE!
Non tutti prendono ordini dagli eredi di Erode.
lunedì 5 gennaio 2009
W GLI SPAGHETTI CON LE VONGOLE!
La nouvelle cucine, che cosa spettacolare, me ne avevano abbondantemente parlato certi amici, come cosa dalla quale stare attentamente al largo se si aveva a cuore la propria salute, soprattutto quella mentale.
Mi ero sempre ripromesso di apprezzare e seguire tale consiglio, anche perché la nonna mi diceva che “chi lassa a via vecchia pa nova, sape chelle ca perde ma nun sape chelle ca trova”(la traduzione è alla pagina 777 di televideo per i pochi sfortunati non capenti il napoletano).
Mia nonna non aveva studiato molto ma era una donna sicuramente intelligente e, in fatto di cose da mangiare, certamente era nel suo ambiente naturale, se non altro perché aveva un rispetto sacro per il cibo. La ricordo ancora quando, dopo aver finito il pranzo, prima di sparecchiare, raccoglieva dalla tovaglia, spazzandole con il palmo della mano sinistra, tutte le briciole di pane, facendole ricadere nel palmo della mano destra posta a conca. Fatta quest’operazione portava tute quelle briciole velocemente alla bocca, quasi si vergognasse di quel gesto. Secondo quella santa donna-nonna, il pane, anche in briciole, non bisognava mai buttarlo. Come non dare ascolto ai consigli di una donna del genere.
Ebbene, malgrado mi fossi ripromesso di tenermi saggiamente lontano da chi mi proponeva mostruosità quali le tagliatelle alla vaniglia e il riso al curry (ma poi che diavolo sarà mai questo curry?), anche io ieri sera sono caduto in uno di questi ristoranti.
La cena era alle otto e abbiamo iniziato alle nove e mezza, ora alla quale, a casa, ho già cenato da oltre due ore. Per primo mi è stato servita una specie di cremina di ceci che ho gradito, se non altro perché, vista l’ora, mi sarei mangiato anche l’omogenizzato del bambino che era al tavolo vicino.
Evidentemente, visto che la cremina di ceci sembrava fosse piaciuta, dalla cucina sono continuati ad uscire cibi evanescenti, una polentina al formaggio, seguita da un risottino dai colori improbabili e uno spezzatino, almeno quello mi sembrava che fosse, accompagnato da una crema di castagne.
Io ero andato la per mangiare, mica per assistere ad uno spettacolo di arte creativa. Ho guardato sconsolato mia moglie, la quale con una santa pazienza, lei che è veramente innamorata della cucina e che sforna lasagne e pastiere, sembrava sopportare quello spettacolo per amor mio.
Il massimo della serata è stato quando Giggino ha voluto invitare in sala lo chef per ringraziarlo di quelle delizie che ci aveva ammannito.
Ebbene, io auguro di vero cuore, a Giggino, allo chef e, soprattutto, a chi ha organizzato quella serata di fare i soldi a palate e di imbarcarsi per un lungo viaggio in mare. Una costosa crociera durante la quale dovranno essere rifocillati con quelle cremine e quelle polentine che tanto sembrano amare. Cibi così delicati renderanno le loro carni soffici e tenere, in modo che, quando la nave affonderà, perché quella nave dovrà fare naufragio, gli squali potranno cibarsi delle loro tenere membra.
Perché negare agli squali, che pure sono creature di Dio, le delizie della nouvelle cucine?
Mi ero sempre ripromesso di apprezzare e seguire tale consiglio, anche perché la nonna mi diceva che “chi lassa a via vecchia pa nova, sape chelle ca perde ma nun sape chelle ca trova”(la traduzione è alla pagina 777 di televideo per i pochi sfortunati non capenti il napoletano).
Mia nonna non aveva studiato molto ma era una donna sicuramente intelligente e, in fatto di cose da mangiare, certamente era nel suo ambiente naturale, se non altro perché aveva un rispetto sacro per il cibo. La ricordo ancora quando, dopo aver finito il pranzo, prima di sparecchiare, raccoglieva dalla tovaglia, spazzandole con il palmo della mano sinistra, tutte le briciole di pane, facendole ricadere nel palmo della mano destra posta a conca. Fatta quest’operazione portava tute quelle briciole velocemente alla bocca, quasi si vergognasse di quel gesto. Secondo quella santa donna-nonna, il pane, anche in briciole, non bisognava mai buttarlo. Come non dare ascolto ai consigli di una donna del genere.
Ebbene, malgrado mi fossi ripromesso di tenermi saggiamente lontano da chi mi proponeva mostruosità quali le tagliatelle alla vaniglia e il riso al curry (ma poi che diavolo sarà mai questo curry?), anche io ieri sera sono caduto in uno di questi ristoranti.
La cena era alle otto e abbiamo iniziato alle nove e mezza, ora alla quale, a casa, ho già cenato da oltre due ore. Per primo mi è stato servita una specie di cremina di ceci che ho gradito, se non altro perché, vista l’ora, mi sarei mangiato anche l’omogenizzato del bambino che era al tavolo vicino.
Evidentemente, visto che la cremina di ceci sembrava fosse piaciuta, dalla cucina sono continuati ad uscire cibi evanescenti, una polentina al formaggio, seguita da un risottino dai colori improbabili e uno spezzatino, almeno quello mi sembrava che fosse, accompagnato da una crema di castagne.
Io ero andato la per mangiare, mica per assistere ad uno spettacolo di arte creativa. Ho guardato sconsolato mia moglie, la quale con una santa pazienza, lei che è veramente innamorata della cucina e che sforna lasagne e pastiere, sembrava sopportare quello spettacolo per amor mio.
Il massimo della serata è stato quando Giggino ha voluto invitare in sala lo chef per ringraziarlo di quelle delizie che ci aveva ammannito.
Ebbene, io auguro di vero cuore, a Giggino, allo chef e, soprattutto, a chi ha organizzato quella serata di fare i soldi a palate e di imbarcarsi per un lungo viaggio in mare. Una costosa crociera durante la quale dovranno essere rifocillati con quelle cremine e quelle polentine che tanto sembrano amare. Cibi così delicati renderanno le loro carni soffici e tenere, in modo che, quando la nave affonderà, perché quella nave dovrà fare naufragio, gli squali potranno cibarsi delle loro tenere membra.
Perché negare agli squali, che pure sono creature di Dio, le delizie della nouvelle cucine?
Daniele Lembo
domenica 4 gennaio 2009
Grande successo ad amalfi per cpi e la destra
COMUNICATO STAMPA
Un fantoccio,vestito da Babbo Natale, steso al suolo con tanto di segnatura in gesso e nastro bianco e rosso, il tutto ad emulare la scena di un delitto. Al posto dei bossoli dei proiettili la segnaletica in gesso indicava dei cartelli che recitavano:”Carovita”, “Mutuo”, “Affitto”, “Pensioni basse”, “Banche”. Simboleggiano i colpi che hanno terminato il cadavere. L’azione dimostrativa si è svolta ad Amalfi , presso il Lungomare delle Repubbliche Marinare, su iniziativa del Coordinamento costa d’Amalfi de La Destra e della sezione locale dell’associazione Casa Pound Italia.. Contemporaneamente abbiamo allestito un gazebo per distribuire i nostri giornalini, assistendo alla partecipazione seria e convinta di numerosi ragazzi.
Lo scopo della protesta è rompere la retorica del periodo natalizio, quella del “siamo tutti più buoni”. Non sembra infatti che chi continua ad ingrassare e speculare in questo periodo sia diventato più buono, nello stesso momento in cui la gente comincia a soffrire davvero e il governo ci dispensa assurdi consigli per gli acquisti. Vogliamo per tanto sensibilizzare sul momento difficile del nostro popolo e invitare a prendere coscienza della realtà: per tante famiglie i festeggiamenti sono stati solo un miraggio a testimonianza che sono sempre i più deboli a pagare ogni crisi. Per questo abbiamo usato l’immagine provocatoria di un babbo Natale morto.
Grazie per la cortese attenzione.
Il responsabile de La Destra Costa d’Amalfi
Matteo Cobalto
Il responsabile Casa Pound Costa d’Amalfi
Alessandro Mennella
Ringraziamo tutti i cittadini amalfitani per la loro calorosa accoglienza .
Specialmente il rivoluzionario antifa che da vero combattente altro non ha potuto fare che chiamare i vigili, e poi continuare a lamentarsi con essi per il nostro mancato sgombero, lui si che stamane ha salvato la democrazia.
venerdì 2 gennaio 2009
Morto l'ultimo reduce della marcia su Roma.
(AGI) - Varese, 2 gen. - L'anno scorso, nonostante la non certo giovane eta', aveva accettato di candidarsi per la Fiamma Tricolore alle elezioni comunali di Tradate (Varese). Dirigente industriale, era stato anche Sindaco a Carbonate (Como) per due legislature e non aveva mai rinnegato il suo 'credo' fascista.
Vasco Bruttomesso e' morto a 105 anni e fu tra i protagonisti della 'Marcia su Roma'. Da qualche anno gli acciacchi dell'eta' si facevano sentire, non per questo gli impedivano di condurre una vita attiva seppur ospite della casa di riposo 'Molina' di Varese, dove si trovava quando la Fiamma gli propose la candidatura. Il 14 dicembre scorso aveva festeggiato il suo compleanno indossando una felpa 'Dux' ricordando "quei bei tempi
Vasco Bruttomesso e' morto a 105 anni e fu tra i protagonisti della 'Marcia su Roma'. Da qualche anno gli acciacchi dell'eta' si facevano sentire, non per questo gli impedivano di condurre una vita attiva seppur ospite della casa di riposo 'Molina' di Varese, dove si trovava quando la Fiamma gli propose la candidatura. Il 14 dicembre scorso aveva festeggiato il suo compleanno indossando una felpa 'Dux' ricordando "quei bei tempi
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